Su suggerimento di @Voldenuit
Nel saggio del 1976 Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza, lo psicologo statunitense Julian Jaynes descrive la teoria della mente bicamerale, secondo cui vi fu un tempo in cui il comportamento degli esseri umani era guidato da allucinazioni uditive generate nella parte decisionale e tradotte in azioni in quella esecutiva; tali allucinazioni venivano interpretate come “voci degli dei”.
La coscienza e la capacità di introspezione sarebbero dunque un risultato del processo evolutivo, secondo Jaynes ricollegabile ai grandi cambiamenti successivi al collasso dell’Età del Bronzo, come spiegato in questa sintesi dei contenuti del libro, segnalata alcuni giorni fa da GiMa nel bar di hookii.
Tale teoria, all’epoca fortemente criticata e mai accettata ufficialmente in ambito psicologico, è tornata oggetto di discussione di recente, grazie alla serie Westworld, in cui viene citata esplicitamente durante il terzo episodio. Su Inverse, un approfondimento sul tema, con qualche piccolo spoiler.
Immagine di opensource.com via Flickr, CC BY-SA 2.0
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