Su suggerimento e a cura di @Luis K.
A una settimana dal ballottaggio delle presidenziali argentine che si terrà domenica 22 novembre, il conservatore Mauricio Macri e il peronista Daniel Scioli si sono sfidati apertamente all’interno di un dibattito televisivo: sulla scia del buon risultato del primo turno il conservatore Mauricio Macri e candidato per una ampia coalizione, “Cambiemos”, ha avuto una buona prestazione durante il dibattito, è stato molti aggressivo e ha messo in difficoltà più volte il suo avversario, colpendo duro sulle inconsistenze del celeste e bianco, anche se è stato meno convincente nella difesa del suo operato.
Già in un altro dibattito Macri aveva dato buona prova di sé emergendo sui suoi avversari, ma in quella occasione Scioli, seduto sugli allori guardando i sondaggi, aveva declinato l’invito a parteciparvi. Questa scelta viene considerata una dei motivi del magro risultato ottenuto dai celeste e bianco nel primo turno, o per lo meno ne è convinto il governatore bonaerense che, il giorno dopo delle elezioni generali, ha chiesto al ex-patron del Boca Juniors di poter misurare in diretta TV le rispettive proposte.
Daniel Scioli in una prima parte del dibattito è sembrato poco preparato per la televisione e visibilmente a disagio nel dover tarare le proprie risposte al tempo predisposto per farlo sforando più volte il tempo concesso per rispondere alle domande, e alla fine non è riuscito a comunicare in modo efficate. Macri ha colto così l’occasione per infliggere un duro colpo all’avversario: “Dev’essere frustrante per i giornalisti avere a che fare con qualcuno che non risponde mai alle domande”. È parso addirittura che Scioli fosse lì per subire passivamente gli attacchi dell’avversario che l’ha accusato di essere complice dell’autoritarismo e della disonestà dei Kirchner e di mentire sui risultati della sua gestione come governatore di Buenos Aires.
Archiviato il brutto momento, Scioli ha ripreso quota quando si è cominciato a parlare di sicurezza, politiche sociali e diritti umani. Ha ripreso per un secondo la scena quando ha zittito Macri dicendo: “Ti stai confrontando con me, non con un governo che sta in carica fino al 10 dicembre” e ha ricordato come molte delle politiche sociali attuate dal Fronte per la Vittoria al governo, più volte definite dai due candidati come “ampliamento di diritti”, hanno trovato l’opposizione di Macri e del suo partito Proposta Repubblicana durante il passaggio parlamentare.
Ma a dare la svolta alla serata per Scioli è stato il suo diretto richiamo a Sergio Massa, il candidato escluso dal ballottaggio, e alla volontà del governatore bonaerense di includere nel suo programma di governo alcune delle proposte di Massa, emettendo un conciso appello a suo favore agli elettori di Fronte Rinnovatore. Questo arriva in un momento in cui cominciano a palesarsi sempre più gruppi provenienti dal Fronte Rinnovatore in appoggio al governatore bonaerense e dalle prese di posizione molto nette da parte di due pesi massimi del FR come sono Roberto Lavagna, ex ministro dell’economia del primo governo Kirchner, e Felipe Solá, ex-governatore di Buenos Aires, che si sono distanziati da Mauricio Macri.
Mauricio Macri è in vantaggio nei sondaggi ma alla luce degli ultimi avvenimenti questo suo primato virtuale parrebbe molto effimero, potrebbe ancora rivelarsi un gara al cardiopalma.
Immagine via Wikimedia Commons, CC BY 2.0
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