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Huaxi: un sogno cinese o il volo di Icaro?

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Insideover nel 2020 pubblica un reportage su Huaxi, un piccolo villaggio cinese conosciuto per il suo straordinario successo economico, attribuito a una guida della comunità molto eccentrica e a una costituzione sociale molto peculiare.
Il villaggio infatti sperimentò un’apertura all’economia di mercato e al capitalismo già nell’epoca del maoismo rampante, sotto il governo del sindaco Wu Renbao, che pagò la propria trasgressione contro l’ideologia di regime in prima persona.

Nel 1964 il sindaco Wu Renbao convinse i cittadini di Huaxi ad investire i propri soldi per costruire una fabbrica di chiodi di nascosto dalle autorità. Gli introiti della loro attività clandestina venivano divisi in parti uguali ed indifferentemente dalla mansione ricoperta tra i 1600 contadini, che di fatto erano veri e propri azionisti. Questo commercio incarnava il principio del capitalismo, in contraddizione con le ideologie socialiste dell’epoca, per questo inizialmente l’attività della fabbrica rimase segreta. Quando Pechino scoprì la loro attività, incarcerò il sindaco e bloccò completamente questo mercato.

Quando la Cina sopravvisse al crepuscolo del maoismo e si aprì all’economia di libero mercato, Huaxi partì avvantaggiata dalle conoscenze e dalle relazioni già accumulate in precedenza e raggiunse una prosperità in apparenza senza pari in Cina. In particolare si sviluppò l’industria siderurgica, ma oggi il villaggio di fatto possiede un conglomerato economico.

La fortuna di Huaxi sembra essere immensa. Il villaggio ha raggiunto grande notorietà in tutto il paese nel 2003, quando ha annunciato che il suo volume economico annuale aveva raggiunto i 100 miliardi di yuan, cioè 14 miliardi di euro. Per mostrare la sua potenza economica, nel 2011 il villaggio ha persino speso 400 milioni di euro per costruire un proprio grattacielo, in mezzo ad una distesa di piccole case di campagna e fabbriche. La struttura è una delle più alte al mondo, ha 72 piani ed è alta 328 metri ed è soprannominata il Villaggio sospeso di Huaxi

Gli abitanti godono di benefici e diritti fuori dalla norma. Ma devono anche sottostare a molte regole.

Sono circa 2000 i cittadini facenti parte delle famiglie fondatrici che godono di speciali privilegi. I dividendi della holding vengono in gran parte reinvestiti, la rimanenza viene divisa in parti uguali tra tutti indifferentemente dal ruolo ricoperto nell’azienda. Si dice che ognuno di loro abbia 250.000$ in banca. In ogni caso ricevono per nascita ville da 400mq e auto di lusso, hanno garantita l’assistenza sanitaria, l’istruzione e la pensione, nonché olio da cucina gratuito.

Per vedersi giratiti questi benefits devono tuttavia conformarsi a rigide linee guida sociali. Possono sposarsi solo con altri membri delle famiglie fondatrici, non ci sono bar, club, Internet café o sale karaoke e il gioco d’azzardo e le droghe sono severamente vietati. In effetti, il villaggio è stato progettato in modo tale che le persone lavorassero il più possibile senza nessun tipo di distrazione.

Già allora era palese che c’erano lati oscuri in questa storia in apparenza straordinaria e ispirante.

 La forza lavoro del villaggio è in realtà composta da 25.000 operai immigrati i quali versano nelle stesse condizioni di tutti gli altri lavoratori cinesi. Lavorano sette giorni a settimana con turni di 12 ore per una paga tra i 200$ e i 300$ al mese. Hanno diritto a 5 giorni di riposo all’anno durante la festa delle repubblica e non hanno nessuno dei lussuosi diritti riservati ai “primi” cittadini.

Non avreste dovuto aspettare molto per vedere la narrativa gloriosa del villaggio di Huaxi crollare sotto i duri colpi della realtà. Vi sarebbe bastato aspettare il 2021. Ne parla in dettaglio Thinkchina, rivista basata a Singapore.

Un video virale ha mostrato i residenti di Huaxi in fila sotto la pioggia per ritirare i propri investimenti dal Gruppo Huaxi. La causa di questa situazione è stata il drastico calo dei dividendi, passati dal 30% allo 0,5%, che ha scatenato preoccupazioni. Centinaia di persone si sono messe in fila per ritirare il capitale investito, causando una corsa agli sportelli del Gruppo Huaxi.

Il giorno seguente, un portavoce del Partito Comunista del villaggio ha confermato l’autenticità del video, spiegando che si trattava di investimenti maturati. Ha aggiunto che è normale per gli investitori ritirare i fondi all’inizio e alla fine dell’anno, e che Huaxi Village disponeva di fondi sufficienti per soddisfare tutte le richieste di liquidazione.

Le pallide rassicurazioni del portavoce non potevano però nascondere la realtà di un conglomerato di fatto in serie difficoltà. Cosa è successo a Huaxi? Per capirlo forse è meglio ripassare da capo il modello di sviluppo del villaggio.

Con le riforme e l’apertura economica della Cina, Huaxi ha sviluppato rapidamente l’industria siderurgica, raggiungendo una crescita straordinaria. All’inizio del XXI secolo, il gruppo Huaxi contava oltre 100 aziende, tra cui siderurgia, metalli non ferrosi, tabacco e immobili. Nel 2004, il reddito annuo pro capite dei residenti di Huaxi aveva raggiunto i 122.600 RMB (circa 18000 dollari), quasi 42 volte il reddito pro capite dei contadini cinesi e 13 volte il salario medio urbano dell’epoca.

Tuttavia, dopo il 2008, l’industria siderurgica di Huaxi ha iniziato a declinare e il problema della sovrapproduzione è diventato sempre più grave. Nel 2013, ci furono notizie secondo cui le imprese di proprietà del villaggio stavano perdendo denaro e i residenti (in quanto azionisti) erano costretti a soggiornare in hotel di lusso a cinque stelle per “stimolare la domanda interna”. Negli ultimi cinque anni, il gruppo Huaxi ha accumulato circa 5,7 miliardi di dollari di debiti, mentre un rapporto di bilancio di gennaio di quest’anno ha mostrato una perdita storica per la società madre, compresa tra 55,7 milioni e 62,1 milioni di dollari nel 2020.

Dopo la morte dello storico sindaco Wu Renbao nel 2013, il testimone passò al figlio Wu Xieen, consolidando le accuse a Huaxi di essere governato come un feudo familiare. Il successore di Wu Renbao, consapevole dei cambiamenti, tentò invano di salvare il suo paese diversificando le attività.

Tuttavia, in base alla valutazione delle attuali prestazioni aziendali, la trasformazione del villaggio di Huaxi non è stata un successo. Non solo gli investimenti nelle industrie emergenti non sono riusciti a compensare le perdite subite nelle industrie tradizionali, ma hanno anche aumentato i costi operativi.

Huaxi Village è stato un tempo onorato come esempio modello di economia socialista cinese ed è motivo di orgoglio per la città di Wuxi, il suo capoluogo. Dopo una crisi nella gestione aziendale del villaggio, il governo locale di Wuxi ha convocato una riunione per risolvere il problema. L’anno scorso, l’impresa statale locale Wuxi Guolian Group ha persino acquisito una parte delle azioni delle società affiliate del Gruppo Huaxi per quasi 142,9 milioni di dollari. Tuttavia, ci sono dubbi su quanto a lungo il villaggio di Huaxi possa sopravvivere con il supporto del governo.

A partire dal 2021 le notizie su Huaxi diventano più rade e il villaggio esce di scena dalle cronache estere.

Nel 2023 arriva la conferma, poco pubblicizzata, della bancarotta del modello Huaxi. Friday Digital, testata online giapponese, riporta nel 2023 che il controllo del Huaxi Group è stato venduto a una società di proprietà statale al prezzo stracciato di 1 renminbi.

Viene sollevata quindi anche la questione della responsabilità del governo cinese nella creazione e nel crollo di questa illusione collettiva.

All’inizio del XXI secolo, era chiaro che Huaxi Village aveva raggiunto un impasse. Tuttavia, era difficile per le autorità ammetterlo a causa delle costruzioni, ampiamente pubblicizzate come “l’esempio di maggior successo della Cina”. Le autorità hanno costretto il villaggio a prolungare la sua vita e a drogare la sua crescita, portandolo in uno stato miserabile con debiti di 5,6 miliardi di dollari e senza via d’uscita. Se si fosse intervenuti in una fase precedente, i danni sarebbero stati meno gravi.


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