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Il 16 novembre 1992 due uomini perlustrano con un cercametalli il campo in cui uno dei due lavorava nel tentativo di recuperare un martello perduto il giorno prima.
Non lo trovano ma tornano a casa con monete d’oro, gioielli e cucchiai d’argento. Il grosso del tesoro lo lasciano nei campi: hanno la fortunata intuizione di non disseppellire completamente lo scrigno ma di chiamare invece immediatamente la Suffolk Archaelogy Society, la polizia e il proprietario dei campi.
Avevano scoperto quello che da allora in poi è noto come Hoxne Hoard: 14.865 monete romane in oro, argento e bronzo e circa 200 pezzi di vasellame in argento e gioielleria in oro: si tratta del più grande tesoro di oro e argento di età tardo-romana ritrovato in Gran Bretagna e la più grande raccolta di monete in oro e argento del IV secolo e V secolo rinvenuta all’interno del territorio dell’Impero romano.
Attualmente il tesoro è conservato al British Museum di Londra, dove è in parte esposto all’interno di un contenitore trasparente che simula lo scrigno nel quale il tesoro è stato ritrovato.
Il disperso martello che ha scatenato tutto questo è stato poi trovato dagli archeologi e donato al British Museum.
In un articolo di qualche anno fa Wired scriveva:
“In quanto scopritore del tesoro, Lawes ricevette un premio in denaro corrispondente al suo valore: 1,75 milioni di sterline (oltre due milioni di euro), che divise a metà con Whelling. Niente toccò invece al proprietario del terreno; il fatto sembrò talmente ingiusto che dopo poco tempo la legge britannica in materia di ritrovamenti cambiò: oggi la ricompensa spetta in egual misura a chi li ritrova e a chi possiede il terreno nel quale sono nascosti i tesori.”
La voce in inglese di Wikipedia dedicata al tesoro di Hoxne specifica come questo ritrovamento abbia influenzato la successiva ricerca di tesori perduti:
“The discovery and excavation of the Hoxne Hoard improved the relationship between the archaeological profession and the community of metal detectorists. Archaeologists were pleased that Lawes reported the find promptly and largely undisturbed, allowing a professional excavation. Metal detectorists noted that Lawes’ efforts were appreciated by the archaeological profession. The 1996 Treasure Act is thought to have contributed to more hoards being made available to archaeologists. The act changed the law so that the owner of the land and the person who finds the hoard have a strong stake in the value of the discovery.
The manner of the finding of the Hoxne Hoard by metal detector, and its widespread publicity, contributed to changing the previous system of common law for dealing with treasure trove into a statutory legal framework that takes into account technology such as metal detectors, provides incentives for treasure hunters to report finds, and considers the needs of museums and scholars.”
Immagine di Andrew McCabe via Flickr, CC BY 2.0
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