Su suggerimento di @Vittu
Parliamo della storia degli studi scioccanti (letteralmente) di Stanley Milgram che negli anni ’60 a Yale dimostrò che le persone possono obbedire anche agli ordini più terribili, se ordinati da un’autorità. Recentemente però alcuni studi hanno cominciato a riconsiderare le conclusioni di Milgram.
Gli esperimenti di Milgram coinvolsero centinaia di volontari a cui veniva chiesto di fare delle domande ad una persona (in realtà un attore) in un’altra stanza, collegata a una macchina per l’elettro-shock. Ogni volta che questa sbagliava il volontario era istruito a premere il bottone che generava una scossa di intensità sempre maggiore. Gli esperimenti terminavano con il finto svenimento della vittima. I risultati dello studio furono clamorosi: nella sua versione più nota il 65% dei volontari portò a termine l’esperimento, nonostante la (presunta) vittima implorasse pietà e avvertisse i volontari dei suoi problemi di cuore.
Gli esperimenti ebbero un seguito anche nella cultura popolare ispirando canzoni, libri e programmi tv. Ma, a più di mezzo secolo di distanza, si è tornati a parlare di quegli esperimenti e dei suoi risultati. Nonostante l’esperimento sia stato ripetuto con successo anche in tempi più recenti, in molti restano scettici sulle conclusioni che si possono trarre dall’esperimento.
Lo studio pareva confermare ciò che oggi è definito ‘situazionismo’, una tesi che considera il comportamento umano esremamente influenzabile dalla situazione specifica: “se i nazisti stavano solo eseguendo ordini, allora chiunque sarebbe potuto essere al posto di quei nazisti”. A questa idea, alcuni rispondono considerando l’abilità di riconoscere ordini nocivi come, appunto, un’abilità come le altre. E che quindi può essere imparata, esattamente come le altre.
Perciò, la comunità scientifica, dopo anni passati tra esaltazione e critiche, è finalmente concorde: quegli studi erano corretti. Il fenomeno evidenziato da Stanley Milgram è reale. Ma a quel fenomeno manca ancora una spiegazione convincente.
Immagine tratta da Flickr.
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