Capire la meccanica quantistica significava ridefinire le condizioni e i limiti della conoscenza, mentre chi – come Einstein e Schrödinger – pretendeva di conoscere tutti gli stati della materia e di visualizzarli s’ispirava a un ideale ormai scientificamente superato, tipico di quello che Heisenberg definiva in modo sprezzante “il materialismo ottocentesco”. Einstein, da parte sua, invocava il postulato del realismo, secondo cui le proprietà degli oggetti fisici devono esistere indipendentemente dall’atto di osservazione, come nel celebre aneddoto per cui avrebbe chiesto a Born: “davvero lei crede che la Luna esiste solo quando la guardiamo?” Ai suoi avversari filosofici, Einstein finì con l’attribuire una posizione “idealista” assimilabile a quella di George Berkeley, il pensatore che nel Settecento aveva ridotto tutta la realtà alle idee, negando l’esistenza della materia
La meccanica quantistica, la realtà fisica, la mente umana
22 Set 2020 • 0 commenti
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