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Argentina 2015: Le presidenziali si giocano a Buenos Aires.

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Su segnalazione e a cura di @Luis K.

Provincia di Buenos Aires (entità federale diversa dalla capitale della Nazione), il gigante che da solo rappresenta il 37% del corpo elettorale che vota alle elezioni federali. Nessun Presidente eletto ha mai perso qui, e la Provincia costituisce il nervo centrale del potere, costruito attorno ai Kirchner.

Oltre ad essere di gran lunga la provincia più popolosa del Paese, ne rappresenta anche uno spaccato: tra il settore rurale e le bidonville che circondano le cittadine della cintura metropolitana attorno alla Capitale Federale (il cosiddetto “Conurbado”), è una perfetta amalgama tra pauperismo e classe media, e in sintesi è qui dove si elegge il presidente.

Dal ritorno alla democrazia ad oggi nessun inquilino della Casa Rosada ha mai perso in Provincia, e niente lascia presagire che questa volta possa andare diversamente.

In una delle competizioni elettorali più serrate che il Paese ricordi, la campagna elettorale a Buenos Aires non poteva che assumere un ruolo di primaria importanza, e ogni candidato presidenziale ha speso più tempo a fare carovane, comizi e altre attività qui rispetto al resto del Paese.
Come a livello nazionale, il Fronte per la Vittoria appare in vantaggio. Ma Buenos Aires non è un’altra delle fedeli provincie peroniste del nord, l’opposizione ha già vinto in passato: nel 2013 con il Fronte Rinnovatore di Sergio Massa e nel 2009 quando il centrodestra di Unión PRO-Federal sconfisse niente poco di meno di Nestor Kirchner.

Certamente la strategia di candidare il governatore bonaerense Daniel Scioli come presidente per fare da traino e due esponenti di spicco come il capo gabinetto Aníbal Fernández e il Presidente della Camera Julian Dominguez a governatore rappresenta un valore aggiunto per l’obiettivo di mantenere il controllo sulla Provincia.

L’alleanza oppositrice Cambiemos, formata da Radicali e centrodestra, presenta come unica candidata alle primarie Maria Eugenia Vidal, vice del sindaco della Capitale e candidato presidenziale Mauricio Macri, la quale spera di poter arrivare prima nelle preferenze dirette il 9 agosto, sfruttando le divisioni e gli scandali che hanno colpito gli avversari celeste e bianco (Aníbal Fernández che appariva in vantaggio è stato accusato di vincoli col narcotraffico e di essere il mandante in un caso di omicidio), in modo tale da riaprire i giochi per il 25 ottobre quando ci sarà il primo turno.

Fronte Rinnovatore di Sergio Massa, dopo il rapido declino nei sondaggi e la fuga di dirigenti e candidati verso il Fronte per la Vittoria (e in misura minore con Proposta Repubblicana), sembrerebbe aver ritrovato la quadra candidando il deputato Felipe Solá, che è cresciuto più di altri nei sondaggi. Eppure i fasti del 44% alle legislative del 2013 appaiono oggi come un miraggio.

Immagine da flickr


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