Su suggerimento e a cura di @LowResolution.
L’Europa sembra rimasta al palo nello sviluppo delle aziende tecnologiche, come racconta il Guardian in un lungo articolo: sebbene nel vecchio continente non manchino alcuni grandi nomi hi-tech (Nokia, Skype, Spotify, SAP, ARM e altri) le aziende tech faticano a tenere il passo non solo dei giganti della Silicon Valley, ma anche di quelli asiatici. E questo scenario potrebbe peggiorare nel futuro.
Da un certo punto di vista è come se nel 1920 l’industria europea non avesse grandi produttori di automobili. Un problema non solo economico, ma anche politico e culturale. Per il momento l’unica cosa che la UE sta facendo per arginare lo strapotere dei giganti hi-tech americani sono le iniziative anti-trust e i mille regolamenti locali per le news e la privacy. Ma il cambiamento non si ferma in questo modo. Cosa può fare l’Europa per non diventare sempre più marginale?
So if it’s not culture, and it’s not funding, it’s not infrastructure, it’s not (yet) immigration controls and it’s not (yet) fear of Brexit, then will there ever be a European Google? At my most pessimistic, I worry that the answer is no: America’s lead is too entrenched to be overturned short of the sort of catastrophic continent-wide wars that led to the last rebalancing of worldwide technological leadership.
But one thing that’s clear is that this is not a problem that Europe is ignoring in favour of easy gains elsewhere. A phenomenal amount of money, time and energy is being thrown at the issue. That doesn’t guarantee success, but it feels closer than it ever has before.
Immagine in pubblico dominio da pixabay
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