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Dalle urne esce un Regno Unito intossicato dalla Brexit

Dalle urne esce un Regno Unito intossicato dalla Brexit

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Su Internazionale, lo scrittore vicentino Marco Mancassola propone un’analisi del voto britannico.

Non c’è un lieto fine al termine degli anni dieci. Le elezioni con cui cala il sipario su questo decennio occidentale portano un risultato brutale. Stamattina, molti di noi a Londra si sono svegliati attoniti, stravolti, perfino più del mattino seguente al referendum del 2016.

La scelta posta agli elettori britannici era binaria, quasi elementare. Da un lato, Boris Johnson e il suo stratega Dominic Cummings hanno trasformato i tory in un partito a tema unico, sotto il motto ossessivo di “Get Brexit done”. Dopo tre anni e mezzo di convulsione politica permanente (uno stato di crisi che loro stessi hanno cominciato con la vittoria dei pro Brexit al referendum), hanno sfruttato un nuovo potente sentimento politico: il desiderio di un taglio netto, di soluzione definitiva a ogni costo. Procedere con la Brexit e farla finita.

Il messaggio sottinteso era che la Brexit è tutto ciò che conta. Durante la campagna elettorale Johnson non ha parlato quasi di altro, e si è sottratto alle interviste per non essere interrogato su altri temi scivolosi.

 


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