Su segnalazione e a cura di @Humù
In just over 30 years, humans will be able to upload their entire minds to computers and become digitally immortal. – Ray Kurzweil, Global Futures 2045 International Congress (2013)
E’ solo una vana illusione di un futurista oppure è un traguardo raggiungibile entro pochi decenni?
Due articoli cercano di dare una risposta a questa domanda.
La maggior parte del nostro cervello processa gli stimoli ricevuti dai vari organi sensori di cui disponiamo (occhi, pelle, etc). Una serie di esperimenti condotti dal neuropsicologo Donald Hebb ha mostrato come una ridotta esposizione a stimoli sensoriali per lungo tempo conduca ad allucinazioni visive e difficoltà a pensare coerentemente.
La simulazione dei vari sensi è quindi imprescindibile per un corretto funzionamento di un cervello trasferito in un computer, ma la tecnologia attuale non è ancora in grado di emulare la complessità di un muscolo o della retina.
Se anche risolvessimo questo problema, resta da decidere cosa copiare del cervello: i singoli neuroni? Tutte le loro connessioni? Lo spazio necessario per contenere tutte queste informazioni è fuori portata anche per gli odierni supercomputer. Altrettanto impossibile è far funzionare il cervello trasferito in tempo reale.
Sembrerebbe quindi che dovremo aspettare ancora un bel po’ prima che la previsione di Kurzweil si avveri.
Nel frattempo, un team internazionale di biologi, neuroscienziati e informatici sta lavorando ad un progetto opensource (OpenWorm) per simulare digitalmente a livello cellulare C. elegans, un verme trasparente formato da un migliaio di cellule e 302 neuroni, le cui 10000 connessioni del cervello sono state mappate nell’arco di 13 anni.
Il progetto consiste di un programma di simulazione chiamato Geppetto in cui far vivere un modello 3D del verme completo dell’intero sistema nervoso, ma è ancora lontano dall’essere completato.
Data la relativa semplicità del C. elegans, OpenWorm rappresenta la migliore possibilità di riuscire a simulare completamente un organismo in un computer. In caso di successo, la logica domanda sarà: ma questo verme virtuale è vivo oppure no?
Immagine Licensed under CC BY-SA 2.5 via Commons.
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