Francesca Boccaletto e Massimo Pistore per il BoLive offrono una panoramica sull’opera di Vilhelm Hammershøi, un pittore danese attivo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
L’articolo mette in evidenza come Hammershøi riesca a dipingere il silenzio attraverso i suoi interni domestici, spogliati di voci e pieni di poche figure femminili, spesso ritratte di spalle o di profilo.
Per un attimo, osservando la donna seduta di spalle – capelli raccolti e nuca scoperta -, sembra di riuscire a “sentire” il silenzio: denso, profondo, antico. Accade anche ammirando la stanza illuminata solo da un taglio di luce: un divanetto elegante, due sedie vuote, il quadro appeso alla parete rimane nell’ombra. Il tempo rallenta, si sta nell’attesa, nessuno riempie lo spazio. C’è silenzio oltre la porta bianca, da dove spunta invece il profilo di una donna: resta leggermente nascosta e non si accorge di noi, o forse sceglie di ignorarci. Altre sedie, ancora vuote. Un’atmosfera poetica e sospesa.
Nell’opera di Vilhelm Hammershøi (Copenaghen, 1864 – 1916) il silenzio è al centro della scena: ambienti domestici, svuotati dalle voci, accolgono pochi oggetti e, talvolta, sfuggenti figure femminili, ritratte ora di spalle ora di profilo. La sua opera è definita dalla sottrazione, dalla ricerca dell’essenziale e da una costante incomunicabilità che emerge attraverso un gioco di presenze e assenze, sfumature e geometrie, luci, ombre e penombre, colori polverosi per opere mai accese e, al tempo stesso, mai monocrome. “Non si tratta di una incapacità di comunicare, ma di una consapevolezza più filosofica legata all’impossibilità di accedere a una intima comprensione dell’altro. Pensiamo al teatro scandinavo dell’epoca, a Ibsen o a Strindberg: il contesto aiuta a cogliere questo tema ricorrente nella pittura di Hammershøi”.
Hammershøi e i pittori del silenzio tra il Nord Europa e l’Italia è la prima retrospettiva italiana dedicata ad Hammershøi, curata da Paolo Bolpagni e allestita a Palazzo Roverella a Rovigo (21 Febbraio 2025 – 29 Giugno 2025).
La mostra, Hammershøi e i pittori del silenzio tra il Nord Europa e l’Italia, presenta nel 2025, non soltanto la prima esposizione italiana dedicata al pittore danese, ma l’unica a livello internazionale. La sua opera viene messa a confronto con le creazioni degli artisti a lui contemporanei, tra il nord Europa e l’Italia. Una pittura che racconta il silenzio e l’introspezione, dove gli ambienti domestici così come le vedute cittadine descrivono i paesaggi dell’anima. Ma in Hammershøi c’è qualcosa di più, le sue donne, ritratte quasi sempre di spalle, in ambienti ordinati e tranquilli, lasciano presagire tanto la serenità quanto drammi segreti o piuttosto l’attesa di nuovi accadimenti. Più di 100 opere accompagnano il visitatore alla scoperta di una pittura raramente indagata quanto misteriosa ed affascinante.
Negli ultimi anni, Hammershøi è stato riscoperto a livello internazionale, con mostre a Parigi, Tokyo, New York, Londra, Monaco di Baviera, Toronto, Barcellona e Cracovia. L’influenza delle atmosfere dei suoi dipinti è evidente nelle opere di registi come Ingmar Bergman e Carl Theodor Dreyer.
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