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Due scienziati tornano a ipotizzare che Oumuamua sia una navicella aliena (ma le probabilità sono scarse)

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a cura di NedCuttle21(Ulm)

Secondo due fisici dell’Harvard Smithsonian Center for Astrophisics, la causa dell’improvvisa accelerazione rilevata nell’oggetto spaziale noto come Oumuamua, e osservata durante la fase di allontanamento dal nostro Sole, potrebbe risiedere nella sua origine artificiale, ipotesi già proposta qualche tempo fa e poi, grazie all’analisi dei dati raccolti dal programma di ricerca Breakthrought Listen, subito accantonata. Un articolo pubblicato su Wired prova a fare un po’ di chiarezza.

In un anno di dubbi e incertezze, lo abbiamo chiamato in tutti i modi possibili, da sigaro spaziale ad asteroide interstellare, fino a promuoverlo definitivamente a cometa. Ma sull’origine di Oumuamua, alcuni scienziati sembrano proprio non darsi pace: secondo due fisici Abraham Avi Loeb e Shmuel Bialy dell’Harvard Smithsonian Center for Astrophisics, ci sarebbe la possibilità che Oumuamua possa essere una navicella spaziale progettata per un viaggio interstellare.

Lungo 800 metri, largo 80 metri e con un cuore da roccia e ghiaccio avvolto in quella sua bizzarra forma. Ma ciò che incuriosiva maggiormente la comunità scientifica era che l’oggetto spaziale aveva piccoli cambiamenti di direzione e velocità che non potevano essere attribuiti alle sole forze gravitazionali. Una buona spiegazione, secondo la scienza, sarebbe nel processo di degassamento, dove getti di materiale gassoso espulsi dalla superficie, dovuti all’interazione tra il calore del Sole e le componenti ghiacciate di Oumuamua, ne avrebbero aumentato la sua velocità.

Immagine: Hubble ESA

 


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