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Fuori dall’Europa?

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

Il Tascabile pubblica un estratto dal capitolo conclusivo di Europa. Un’utopia in costruzione, opera in tre volumi da poco pubblicata dalla Treccani.

Andare avanti insieme o da soli? Tutti gli Stati membri o solo alcuni? Questa è la scelta che gli Stati membri dell’Unione si trovano ad affrontare. Sicuramente tutto dipende dalla direzione che si vuole prendere. Ma se andare insieme non è scontato, neppure il solo ‘andare avanti’ è esente da difficoltà. Nel gergo europeo questa idea ha sempre suscitato un entusiasmo messianico: “un’unione sempre più stretta” sono le parole emblematiche dei trattati. Ma un’unione, per essere sempre più stretta, non deve mai smettere di essere in movimento, di avvicinarsi sempre più (anche quando le cose si fanno difficili) alla terra promessa dell’integrazione, seppure illusoria, come suggerisce l’esempio banale e scontato della bicicletta che cade nel momento in cui smette di muoversi. Ma cosa lega il tema dell’‘andare avanti’ tutti insieme o solo alcuni all’aspirazione di ‘raggiungere i Campi Elisi’ (Drang nach Elysium)? Che dire dell’opzione di rimanere uniti (in maniera cooperativa), oppure di restare esattamente dove ci si trova, mantenendo la direzione e accontentandosi di ciò che si è creato senza correre il rischio di perderlo a causa, per es., di un’espansione delle frontiere politiche, geografiche o funzionali?

Immagine da pixabay.


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