La mucca è caduta ma non è morta

Il Signalgate, oltre la cronaca

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Sicuramente avrete sentito parlare di come il governo americano abbia condiviso per errore chat e informazioni riservate su un imminente attacco militare. La storia è ormai risaputa, commentata e decisamente mainstream. E tuttavia è così ricca di dettagli e angolazioni alla Guerre di Rete che oggi devo tornarci e sviscerarli.

Partiamo da un breve sunto dell’accaduto: il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Walz ha accidentalmente aggiunto Jeffrey Goldberg, il direttore di The Atlantic (prestigiosa testata, critica dell’amministrazione Trump) a una chat di gruppo sull’app di messaggistica Signal, chat nella quale membri di altissimo profilo del governo americano discutevano i piani per colpire militarmente dei target Houthi in Yemen, incluso quando e con quali armi. Tutto ciò prima che l’attacco avvenisse. L’errore ha provocato alla fine una fuga di informazioni sulla stampa (il giornalista ne ha scritto, dopo l’attacco, prendendo comunque molte misure cautelative – e l’articolo è indimenticabile già dal titolo: L’amministrazione Trump mi ha accidentalmente inviato un messaggio con i suoi piani di guerra – tradotto in italiano da Internazionale qua. A cui è seguito un articolo con i contenuti delle chat, in risposta ai commenti riduttivi sulla gravità dell’accaduto da parte dell’amministrazione americana).
E ha innescato un acceso dibattito sul perché i vertici degli Stati Uniti stessero condividendo questi dettagli su un’app privata come Signal, usando magari pure i loro telefoni personali, invece di affidarsi a un canale di comunicazione governativo approvato per la condivisione di informazioni classificate o di piani di combattimento.

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