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In Italia le lobby fanno fallire la legge sulla concorrenza

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Su suggerimento di @Split Society Syndrome

Un anno fa il consiglio dei ministri varava la “legge per il mercato e la concorrenza”, che oggi è ferma al Senato, bloccata da circa 1200 emendamenti. Secondo Gerhard Mumelter le lobby, questa volta rappresentate da farmacisti, albergatori, notai, avvocati e banche, stanno vincendo di nuovo:

Quella che secondo il governo “doveva scrostare i privilegi dei soliti noti” per le associazioni dei consumatori è diventata già “una pessima legge, dove la concorrenza esiste solo nel titolo”.

Saltata, per le pressioni di Federfarma, la vendita dei farmaci di fascia c nei supermercati e nelle parafarmacie – un mercato di tre miliardi di euro. Eliminata la norma sulla portabilità dei fondi pensione. Cancellata la possibilità di vendere box o garage inferiori a un valore di centomila euro senza atto notarile. Spostato l’addio al mercato tutelato dell’energia. Slittata la fine del monopolio delle Poste. Ritirata una norma sulle tariffe Rca dopo le proteste delle assicurazioni contro “il dirigismo del governo che vìola il principio della libertà tariffaria”. Stralciata in vista di una leggina ad hoc la spinosa diatriba tra taxi e Uber.

L’ordine degli avvocati ha combattuto con vigore contro l’obbligo del preventivo. Gli albergatori hanno chiesto di vietare Airbnb sul territorio nazionale.

Attivissimi i dentisti, che hanno convinto sei senatori di Partito democratico, Nuovo centrodestra, Area popolare, Gruppo misto e perfino M5S a presentare emendamenti fotocopia per stabilire che le aziende del settore odontoiatrico siano possedute almeno per due terzi da iscritti all’albo. Se passa, probabilmente avranno i trattamenti gratis.

Immagine da Wikimedia Commons.


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