un sito di notizie, fatto dai commentatori

Index Librorum Prohibitorum

131 commenti

Su suggerimento ed a cura di @redshirecat

Nel corso dei secoli il rapporto fra religione e libertà d’espressione è sempre stato conflittuale; in particolare in Europa ebbe spazio una censura organizzata e pubblicamente riconosciuta portata avanti dalla chiesa cattolica, che spinse alla creazione di quello che venne chiamato Index Librorum Prohibitorum (in italiano «indice dei libri proibiti»).

Ufficialmente nato nel 1559, si trattava di un elenco che raccoglieva tutti i libri e le pubblicazioni ritenuti eretici, anticlericali e moralmente intollerabili.
La sua cura venne affidata al Sant’Uffizio (meglio conosciuto e passato alla storia come Inquisizione, ed ora noto col nome di Congregazione per la dottrina della fede—sí, esiste tuttora) e fu formalmente abolito solamente nel 1966 (poiché ha perso il suo valore giuridico-penale, ma sopravvive ancora oggi come «guida bibliografica» dell’Opus Dei e rimane moralmente impegnativo, secondo il Vaticano, per tutti i cattolici).

In realtà però la storia nasce da molto piú lontano.

Già ne il Nuovo Testamento infatti si fa riferimento al rogo di libri pagani da parte di neoconvertiti; nel 325 il primo concilio di Nicea mise al rogo tutte le pubblicazioni della corrente cristiana ariana; nel 494 Gelasio I (colui il quale instaurò la festa di San Valentino, un vescovo, eliminando la precedente, romana e pagana Lupercalia, festa della fertilità e di conseguenza dell’amore) stilò una prima lista di libri «eretici»; il secondo concilio di Nicea (787) obbligò i fedeli alla consegna dei testi proibiti al vescovo di competenza; il concilio di Terragona (1234) ordinò addirittura il rogo di tutte le bibbie scritte in lingua volgare.

Ma una prima svolta si ebbe con l’arrivo della stampa a caratteri mobili del tedesco Gutenberg, nel 1448: i testi ora “rischiavano” di diffondersi molto velocemente e la quasi contemporanea riforma protestante, nata proprio in Germania, “costrinse” la curia romana ad agire con forza uguale e contraria.
Alessandro VI (un Borgia, famoso per svariati figli illegittimi, concubine e corruzione) instituí cosí l’imprimatur (nihil obstat quominus imprimatur), ovvero la censura preventiva. Ogni testo doveva da quel momento in poi passare dalle mani della chiesa ed essere approvato (quando necessario rivisitato e modificato) prima di una sua pubblicazione.

Col passare del tempo si arrivò al 1549, ed un primissimo Index venne pubblicato a Venezia, dal nunzio apostolico Giovanni Della Casa (autore anche de il Galateo), non del tutto riconosciuto da Roma.
Poi al 1554, col Cathalogus Librorum Haereticorum (questa volta curato direttamente dall’Inquisizione), e infine al definitivo Index Librorum Prohibitorum del 1559.

Nella prima edizione vennero proibiti centinaia di libri e testi, e fra gli autori c’erano ad esempio tutti gli scrittori protestanti, i musulmani, Machiavelli, Dante (De monarchia), Boccaccio, Erasmo da Rotterdam.
Ma nel corso dei secoli successivi (in particolare con l’avvento dell’illuminismo e della rivoluzione scientifico-industriale) vennero «messi all’indice» (nasce cosí questa espressione tutta italiana), e qualcuno pure al rogo (Bruno), anche Galileo, Cartesio, Hobbes, Voltaire, Leopardi, Hugo, Dumas (padre e figlio), D’Annunzio, Nietzsche, Hume, Kant, Locke, Rousseau, Sartre, Pascal, Schopenhauer, Mills, Foscolo, Copernico, Milton, Bacon, e molti, molti altri.

Curiosamente il Mein Kampf di Hitler non venne mai proibito.

Poi, finalmente, si arrivò al 1966: 50 anni fa l’indice venne formalmente abolito, e passò a status di «guida bibliografica» sotto la direzione dell’Opus Dei, mantenendo tuttavia un’impegnatività morale per i cattolici, cosí come affermato dalla CDF.

Ed oggi è in continuo aggiornamento: i libri (e questa volta anche i film) vengono divisi in sei categorie a seconda della loro contrarietà ai principi cattolici e della loro pericolosità morale.
Fra gli autori troviamo Allen, Asimov, King, Kundera, Popper, Fallaci, Bukowski, Dawkins e tantissimi altri (si tratta infatti di un inventario di decine di migliaia di opere).

Interessante anche il caso di Saramago: nel 1992 la partecipazione di un suo libro (O Evangelho segundo Jesus Cristo) al concorso per il premio per la letteratura europea Aristeion venne bloccata dal sottosegretario alla cultura del governo portoghese su pressione della chiesa cattolica, e l’autore si autoesiliò cosí in territorio spagnolo, alle Canarie.
Errata corrige: Marx e Darwin, diversamente da quanto scritto inizialmente, non erano nell’elenco; qui un approfondimento

Immagine di Mr. Enjoy (Feat Leonardo da Vinci) via Flickr, CC BY 2.0


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.