Su segnalazione di @s1m0n4
Ciclicamente, su hookii, il dibattito sulla correlazione fra geni ed intelligenza si ripropone. Il dibattito è antico (questo articolo è del 1995) e in questa piccola raccolta vi proponiamo alcuni articoli che pensiamo possano aiutarvi a districarvi in questa complessa questione.
In questo articolo, Steven Rose, professore emerito alla Open University, UK, pone innanzitutto in dubbio la validità del principio secondo cui l’intelligenza sarebbe ereditabile, perché questa definizione partirebbe dall’assunto che l’intelligenza sia quantificabile, e che il contributo genetico sia differenziabile da quello ambientale. Inoltre, ricorda a tutti che, se mai si trovasse una correlazione fra genetica ed intelligenza che fosse avulsa dall’ambiente, in ogni caso l’educabilità non può essere definita dai geni.
In quest’altro articolo, invece, Sarah C.P. Williams ci racconta di uno studio compiuto su 6000 gemelli che ha dimostrato che i successi accademici sono influenzati da geni che sottendono alla motivazione, alla personalità, alla sicurezza di se e a dozzine di altri tratti, oltre ai geni che influenzano l’intelligenza. Questo studio si basa su diversi dati oltre al QI e ai punteggi scolastici, e ha dimostrato che il 62% delle differenze individuali poteva essere attribuito ad una base genetica. Questa base genetica non è, tuttavia, correlata solo ai cosiddetti “geni dell’intelligenza”, ma a tutto uno spettro di geni che sottende a molti altri caratteri. Inoltre questi risultati varrebbero solo per persone con un eguale possibilità di accesso all’istruzione.
Quest’altro articolo su Nature, invece, racconta di quanto i “geni dell’intelligenza” siano elusivi. Difatti, studi sui gemelli come quello descritto prima hanno dimostrato ripetutamente correlazioni fra genetica ed intelligenza, ma ogni tentativo di trovare dei particolari geni che sottendessero a questo carattere ha dato risultati non riproducibili. Addirittura, studi di genomica su 126000 individui avevano identificato delle varianti geniche che correlavano con il numero di anni scolastici e i successi accademici dei soggetti, ma che alla fine dei conti avevano effetti assolutamente trascurabili.
E’ molto interessante in relazione a questo articolo questo commento su Practical Ethics dell’Università di Oxford. Questo invece è il Brief del Council for Responsible Genetics sulla questione, che dà una breve panoramica dei parametri che vengono usati per “calcolare” l’intelligenza, specificando però che essa è inquantificabile, e degli studi compiuti fino al 2006.
Chi invece volesse leggere una review che sostiene l’ereditabilità dell’intelligenza, sebbene ammetta che mancano le prove per averne la certezza, può leggere qui.
Immagine da flickr
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