La mucca è caduta ma non è morta

Toobino: Una storia a pois

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Chiara Lanzavecchia per Harper’s Bazaar ci racconta perchè i pois si chiamano così e come hanno attraversato la storia della moda.

I pois prendono il nome dalla danza polacca “polka”, anche se non si conosce esattamente il motivo di questo accostamento tra i pois e un ballo, e sono anche piuttosto difficili da realizzare.

pois sono un’idea semplice: cerchi colorati chiari o scuri, a contrasto o meno, disposti in modo più o meno simmetrico su un tessuto. Nonostante la loro semplicità nell’idea, la pratica della realizzazione della stoffa a pois non è così semplice. Solo all’inizio del 1800 infatti la comparsa della prima macchina da cucire funzionante ha permesso la realizzazione di tessuti con pois perfettamente sferici ed equidistanti. Quel momento storico coincideva con un altro tipo di moda: quello della polka. Questa era una danza popolare di origini boeme che prevedeva movimenti molto scattanti, allegri e festosi. Non è ancora del tutto chiaro come i tessuti a pois e questa danza si siano collegati: se per il simile senso di allegria che tramettevano o se per i costumi che venivano usati durante questa danza. Fatto sta che a partire da inizio 1900 i pois si diffusero anche con il nome di polka dots, unendo per sempre la storia di una moda con l’altra.

Negli anni ’20 i pois divennero un motivo iconico grazie anche a personaggi come Minnie Mouse per poi vivere il loro periodo d’oro negli anni ’50 grazie a Marilyn Monroe e Audrey Hepburn.

Nel 1926 Norma Smallwood vinse Miss America — come prima donna indigena a ricevere questo riconoscimento — indossando proprio un costume a pois. La first lady americana dal 1933 al 1945, Eleanore Roosevelt, indossava spesso abiti a pois ed è stata ritratta in questa fantasia più volte. Così come Winston Churchill e il suo papillon a pois ritratti insieme nello scatto più famoso del primo ministro realizzato da Yousuf Karsh nel 1941 e intitolato “the Roaring Lion”. Negli stessi anni usciva una canzone di Frank Sinatra intitolata Polka Dots and Moonbeams dando ufficialmente il via alla romantizzazione di questa fantasia.

Vogue Italia ricorda come i pois venissero anche usati nella cosmetica per nascondere i difetti della pelle per poi essere rifiutati in quanto ricordavano terribili malattie come il morbillo.

Nell’Ottocento, i pois erano mal visti dalle persone, che li disprezzavano fortemente in quanto associati a malattie temute come il morbillo. Questi piccoli cerchi spesso provocavano timori legati a possibili contagiosi focolai di epidemie, rendendo la moda dei pois un simbolo di pericolo e paura per molti. In tempi incerti, l’idea di vedere la propria vita sconvolta, tra urla disperate e lacrime, ha tenuto ben lontano questo motivo dagli occhi del popolo, che rabbrividiva solo nel riconoscere quella maledetta e inconfondibile forma rotonda. Ecco perché le persone svilupparono una forma di rifiuto, preferendo l’ordine e il minimalismo a ripetuti pallini equidistanti, praticamente uguali a quelli che ricoprivano il corpo degli infetti.

I pois sono una delle decorazioni classiche delle cravatte maschili e una curiosità su Gilbert Becaud (celeberrimo cantante, pianista, compositore e attore francese) è che si presentava ai concerti indossando sempre una cravatta à pois, che considerava il suo portafortuna.


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