Il Guardian riporta la storia dei protagonisti del primo processo per terrorismo interno a tre giovani finlandesi, e di come l’evoluzione tecnologica abbia permesso loro di dotarsi di armi da fuoco fabbricandole in casa.
L’articolo segue il filo della vita di uno dei giovani, bullizzato da bambino, cresciuto col desiderio di affermarsi nella società, con una vita sociale basata su internet e sulle sue bolle politiche. Deciso a compiere atti violenti, nelle sue ricerche aveva trovato sul web il modello per fabbricare una “arma fantasma”, cioè senza numero di serie da cui si può risalire a chi la ha fabbricata e a chi la compra: la FGC-9 (Fuck Gun Control, armata con proiettili calibro 9). L’arma è composta da parti in plastica, ottenibili con una stampante 3D, e parti in metallo, adattate allo scopo e reperibili senza problemi in ferramenta.
I tre non sapevano che la polizia seguiva le loro mosse: quando ha scoperto che avevano provato le armi e che funzionavano è intervenuta arrestandoli. Nel processo i tre sono poi stati condannati per il possesso illegale di armi e progetto di atti terroristici.
Around the world, authorities are grappling with how to tackle this growing threat; some countries, including the UK, are looking at making it illegal to access or download blueprints, while others continue to rely on existing firearms laws and intelligence…
… In Finland, Kuure remains concerned about what might come next. “This technology makes guns available to everyone. If you have a few hundred euros, some spare time and craftiness, then you have a gun.”
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