Nel 2017 il giornalista freelance Oobah Butler sbarcava il lunario scrivendo false recensioni per ristoranti su TripAdvisor, notando che il suo lavoro aiutava a scalare il ranking decise di fare un esperimento sociale: trasformare il capanno degli attrezzi del suo giardino in un ristorante, nacque così “The Shed at Dulwich”.
In quel momento è iniziata la mia missione. Con l’aiuto di recensioni false, ambiguità e nonsense avrei trasformato casa mia, un casotto in un giardino altrui, in un ristorante recensitissimo su TripAdvisor.
Per renderlo appetibile diede un’impronta sofisticata e misteriosa: nessun indirizzo preciso solo un numero di telefono, accesso su prenotazione, menù “concept” basato su “moods”, fotografie artistiche di “piatti” creati usando prodotti non commestibili come schiuma da barba o detersivi; un volta che tutto fu pronto Butler comprò una SIM prepagata, aprì un sito web, un profilo TripAdvisor ed arruolò amici e conoscenti per lasciare recensioni positive.
In capo a pochi mesi, passati a ripetere che era tutto prenotato per le settimane successive, “The Shed at Dulwich” diventò il ristorante numero uno di Londra su TripAdvisor, sommerso da richieste di prenotazione.
Quando fu contattato da TripAdvisor Butler decise di concludere con stile, aprì il “ristorante” per una sola serata accogliendo dieci ospiti: questi vennero prelevati in strada, condotti bendati in giardino e gli furono serviti piatti riscaldati al microonde, il tutto “condito” con DJ e galline per enfatizzare un’atmosfera “casereccia”; malgrado il gelo notturno (era il 1° di novembre) gli ospiti ne uscirono entusiasti.
L’esperimento fu svelato in un articolo su Vice dello stesso Butler che diventò virale e gettò una luce sulla facilità con cui la popolarità online può essere manipolata.


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