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Laibach, un male minore per saziare la sete di male

Laibach, un male minore per saziare la sete di male

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Col suo ormai quarantennale lavoro sulla pervasività dell’ideologia, Laibach è uno dei gruppi sconosciuti più importanti di sempre. Dal 1980, l’anno della sua nascita, di Laibach si è scritto di tutto: da “futurismo” a “barbarismo”, da “un’idea spaventosa” e “nichilismo pop” a “Hitlerjugend”. Persino “il suono di una telefonata dal Castello di Kafka”. Dal canto suo, Laibach, che parla per enigmi e ambiguità e si muove trasversalmente tra le lingue (sloveno, tedesco, inglese, norvegese, coreano) e i generi (industrial, classica, elettronica, pop), ha continuato la propria attività negli ultimi quarant’anni senza affermare né smentire, mettendo in pratica ciò che il connazionale Slavoj Žižek ha definito una forma di distanza assoluta, che può persino apparire comica da quanto sembra prendersi sul serio.

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