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L’annosa questione dell’origine dell’ano

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Su come si formò ci sono ipotesi contrastanti, ma la sua comparsa diede un’importante spinta nell’evoluzione delle specie e le tolse da qualche imbarazzo
Ne parla il Post Scienza.

Su segnalazione di @Perodatrent

Anche The Atlantic pubblica un articolo in cui viene spiegata l’evoluzione dell’ano e delle parti anatomiche che lo accompagnano.

Tenendo conto del fatto che i fossili difficilmente hanno tracce dei tessuti molli, l’evoluzione viene spiegata prendendo come paradigmi di strutture remote quelli presenti in animali marini molto primitivi, i cui apparati digerenti sono costituiti da multipli, semplici sacchetti in cui il cibo entra, viene digerito, e fuoriesce quando la digestione è finita. Strutture come queste possono naturalmente lavorare un boccone per volta, per cui l’evoluzione ha fatto una invenzione fondamentale quando ha costruito un apparato digerente con un ingresso (“bocca”) separato da una uscita (“ano”).

Suddenly, animals had the luxury of downing multiple meals without needing to fuss with disposal in between; digestive tracts lengthened and regionalized, partitioning into chambers that could extract different nutrients and host their own communities of microbes. The compartmentalization made it easier for animals to get more out of their meals… With the lengthening and uncorking of the end of the gut, he said, many creatures grew into longer and larger body forms, and started to move in new ways.

Quel ramo evolutivo che ha portato all’attuale Homo sapiens si è poi occupato anche dei tessuti che circondano il forame destinato all’escrezione dei rifiuti solidi: la stazione eretta è resa possibile soprattutto per la presenza di muscoli glutei particolarmente sviluppati che, aiutati da appositi accumuli di tessuto grasso, caratterizzano la nostra specie.

Anuses aside, “our buttocks are the real innovation here”.

All’evoluzione fisica si è poi sovrapposta l’evoluzione culturale, con i vari memi dedicati a questa poco nobile, ma indispensabile parte del corpo.

Immagine da Pixabay


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