Su segnalazione di @Roberto Il Guiscardo
L’inseminazione artificiale, o fecondazione in vitro, è una tecnica che permette di avere figli quando una coppia risulta, per svariati motivi, sterile. Può essere omologa (quando entrambi i gameti derivano dai membri della coppia) o eterologa (quando uno dei gameti deriva da un donatore). Sebbene la donazione di ovuli sia presente, la metodologia di inseminazione artificiale più diffusa coinvolge la donazione di sperma.
Le leggi riguardanti la fecondazione in vitro divergono fra paese e paese, allargando o restringendo di volta in volta la possibilità di ricorso a tali tecniche a coppie sposate o meno, eterosessuali o omosessuali, e a singoli in caso di donazione. Le varie leggi regolano anche il numero di ovuli che possono essere fecondati e impiantati, le politiche di diagnosi pre impianto ed eventuale selezione degli embrioni, ed il destino degli embrioni non impiantati. Tutti questi argomenti sollevano importanti problematiche etiche, di cui si discute da anni. Uno dei problemi etici riguarda la possibilità, nemmeno troppo remota, della possibile unione fra fratellastri, in seguito a donatori di gameti che abbiano effettuato donazioni plurime. Negli USA ad esempio, dove il dono dello sperma è poco regolato ed è retribuito, è accaduto che un uomo mentisse sul suo “curriculum”, e sia risultato in seguito affetto da schizofrenia. Di conseguenza, i genitori dei figli ottenuti tramite le sue donazioni hanno fatto causa alla Banca del Seme, responsabile di non aver effettuato i “dovuti controlli” sui propri donatori.
Immagine da Wikimedia Commons
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