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Nichi Vendola: «Il Pride non dovrebbe accettare denaro da chi sfrutta i lavoratori»

Nichi Vendola: «Il Pride non dovrebbe accettare denaro da chi sfrutta i lavoratori»

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

In un’intervista pubblicata su Rolling Stone, l’ex governatore della Puglia Nichi Vendola ricorda il suo passato di attivista riflettendo sulla sua condizione di omosessuale e genitore, sul mercato che ruota intorno all’universo LGBT e sulla situazione politica attuale.

“Onda barbara”. Nichi Vendola non usa mezzi termini per descrivere l’attuale contesto socio-politico. Cresciuto negli ambienti del fu Partito Comunista Italiano, fondatore di Sinistra Italiana, figura di spicco di quell’ala della sinistra che si pone più a sinistra del Pd, il sessantenne ex governatore della Puglia, omosessuale dichiarato, è stato tra i promotori dell’Arcigay. Ripresosi dall’infarto che lo ha colpito lo scorso ottobre, si sta dedicando alla sua vita di marito di Ed Testa, progettista grafico con cui convive dal 2004 e con cui si è unito civilmente quasi due anni fa, e di padre di Tobia, suo figlio nato nel febbraio 2016 in Canada grazie alla maternità surrogata. Venerdì 28 giugno alle 18.30, in occasione della Pride Week milanese, sarà alla Fondazione Feltrinelli per commentare con il giornalista Roberto Festa ed Elena Biagini, attivista storica del movimento lesbico, la proiezione di Sex Revolutions, documentario di Sylvain Desmille sulle rivoluzioni sessuali che hanno ridefinito le nostre società dal dopoguerra agli anni 70. Lo abbiamo contattato per parlare di diritti Lgbtq+, di quell’Onda Pride che sta riempiendo il nostro Paese di bandiere arcobaleno, della sua storia di padre e attivista, del rapporto tra marketing e politica. E di chi non crede che la sua sia una famiglia degna di questo nome.

 

 


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