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Purvi Patel: condannata a vent’anni per feticidio ed abbandono di minore [EN]

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Su suggerimento di @LaCriceta/Charlie

Dopo essersi autoprocurata un parto prematuro tra la ventitreesima e la ventiquattresima settimana grazie a farmaci acquistati su internet, Purvi Patel, trentatré anni, di famiglia indù e residente nell’Indiana, ha riposto il feto in un sacchetto di plastica e l’ha buttato in un cassonetto: lo Stato dell’Indiana l’ha condannata a vent’anni, accusandola contemporaneamente di “feticidio” (atto che comporta la soppressione del feto)e “abbandono di minore” (che prevede invece l’esistenza in vita del minore). Sarebbe il primo caso USA di donna condannata per aver interrotto la propria gravidanza, a causa di un uso imprevisto di una legge come quella del “feticidio”, originariamente nata per assicurare giustizia alle gestanti vittime di violenza.

In Italia, ne ha parlato Erica Vecchione sul Fatto Quotidiano.

Immagine (da cui ci dissociamo): “Donald Spitz holds anti-abortion sign” di RevSpitz – Took picture. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.


Dai commenti
@cocomeraio suggerisce questo articolo del NY Times.

@ Cravino invece ci ricorda la legge dell’Indiana per spiegarci come sia possibile il feticidio e l’abbandono di minore, e anche che ci sono diverse spiegazioni per i test tossicologici negativi.

@ gordon jenkins suggerisce questo articolo dell’huffington post, in cui si dice che gli esami tossicologici su donna e feto sarebbero stati negativi.


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