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Quando fu chiaro agli Alleati che la Germania non stava costruendo armi atomiche? [EN]

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Su suggerimento di @i.c.e.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli USA non erano ovviamente gli unici ad investigare la possibilità di costruire armi atomiche. Al contrario, uno dei motivi che innescò tale interesse e diede il via al Progetto Manhattan fu la paura che Hitler riuscisse a mettere a punto tali armi per primo, paura che era viva e reale ancora prima dell’inizio delle ostilità come testimoniato dalla famosa Lettera Einstein-Szilárd scritta nell’agosto del 1939.
Ma quanto era fondata tale paura? E soprattutto, in quale momento gli Alleati si resero conto di essere in vantaggio? A questa domanda cerca di rispondere Alex Wellerstein, uno storico specializzato nella storia delle armi atomiche.
Il processo di raccolta e analisi dell’intelligence fu ovviamente lungo e complicato, ma se nel 1942 l’opinione era che i tedeschi avessero in essere un concreto piano di sviluppo di armi atomiche, verso la metà del 1944 era ormai chiaro (anche grazie alla collaborazione con l’intelligence britannica) che il programma tedesco non era mai partito sul serio: lo sforzo era stato giudicato eccessivo e l’analisi era rimasta focalizzata sulla semplice produzione di energia.
Questo ci porta però a valutare come nello stesso lasso di tempo inevitabilmente cambiò il carattere stesso del Progetto Manhattan: se all’inizio il progetto aveva funzione deterrente (possedere armi atomiche per scoraggiare l’avversario dall’usare le sue), alla fine del 1944 era diventato a pieno titolo un programma offensivo (possedere armi atomiche e usarle contro un avversario che ne è sprovvisto).

Immagine da Wikimedia Commons.


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