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Rappresentante per la sicurezza condannato per una “morte bianca”

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Giurispridenza penale illustra il caso di un RLS (Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza) condannato per «cooperazione nel delitto colposo» in un infortunio sul lavoro.

In particolare, all’imputato – in qualità di rappresentante dei lavoratori per la sicurezza – “era stata ascritta la colpa specifica correlata a violazioni di norme in materia di sicurezza sul lavoro, per aver concorso a cagionare l’infortunio mortale attraverso una serie di contegni omissivi, consistiti nell’aver omesso di: i) promuovere l’elaborazione, l’individuazione e l’attuazione delle misure di prevenzione idonee a tutelare la salute e l’integrità fisica dei lavoratori; ii) sollecitare il datore di lavoro ad effettuare la formazione dei dipendenti (tra cui il lavoratore in questione) per l’uso dei mezzi di sollevamento; iii) informare i responsabili dell’azienda dei rischi connessi all’utilizzo, da parte del lavoratore, del carrello elevatore“.

Diverse reazioni: il Manifesto (€), CUB, AAL.


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