Monica Panetto su Il Bo Live parla delle reciproche ispirazioni tra scienza e creazione artistica.
L’articolo riprende dei temi dal nuovo libro di Marco Ciardi, Quando Darwin incontrò Flash Gordon. Il filo conduttore del discorso è che «Scienza per tutti» non è solo divulgazione. Molto del fascino e dell’attrattiva scientifica finisce nella letteratura e nelle arti.
Alla Signora Saville, Inghilterra
Pietroburgo, 11 dicembre 17 —Ti rallegrerai nell’apprendere che nessun disastro ha accompagnato l’inizio di un’impresa alla quale tu guardavi con tanti cattivi presentimenti. Sono arrivato qui ieri, e la prima preoccupazione è stata di rassicurarti, cara sorella, sul fatto che sto bene e che nutro una fiducia crescente verso quanto ho intrapreso.
L’incipit di Frankenstein ci ricorda che Mary Shelley fu molto chiara sulle ispirazioni per la sua opera: gli studi di Luigi Galvani sull’«elettricità animale» e le opere di Erasmus Darwin. Non è la sola: la poiesi di molti altri scrittori è intrisa di sapere scientifico.
Leggiamo di Emilio Salgari, autore de La tigre della Malesia (apparso tra il 1883 e il 1884) ma anche di un ciclo sui corsari delle Antille e delle Bermuda, che rivela nei suoi romanzi una straordinaria conoscenza geografica, antropologica ed etnologica: non c’è pianta o animale citati nelle sue opere di cui non esista fonte specifica. Le meraviglie del Duemila (1907), ancora di Salgari, narrano invece di un viaggio nel futuro in cui i terrestri sono in grado di comunicare con gli abitanti di Marte.
Ovviamente gli sviluppi più interessanti dal punto di vista del grande pubblico si hanno con altre forme artistiche popolari, come il fumetto e il cinema.
Ciardi nota come molti autori famosi avessero essi stessi una formazione scientifica: per esempio in Regno Unito Conan Doyle (medico ed appassionato di botanica) ed in Italia Primo Levi (chimico). Quest’ultimo descrive così le prime esperienze all’università:
Un rituale di iniziazione, in cui ogni suddito veniva strappato bruscamente al libro e al banco, e trapiantato in mezzo ai fumi che bruciano gli occhi, agli acidi che bruciano le mani, e agli eventi pratici che non quadrano con le teorie.
L’affetto è ricambiato, con molti scienziati che nutrono sincero interesse per le arti e la cultura:
Nel primo numero della rivista scientifica Nature per citare un altro esempio – datato 4 novembre 1869 – campeggia in apertura un verso di William Wordsworth, il poeta più amato da Darwin come sapevano bene gli editori, che recita: “To the solid ground of Nature trusts the mind which builds for aye” (Al sicuro terreno della natura affida la mente che senza fine edifica).
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