un sito di notizie, fatto dai commentatori

Trump, la Cina, i posti di lavoro distrutti. La rilettura che non ti aspetti

0 commenti

A cura di @reislaufer.

Un articolo di Maurizio Sgroi su Econopoly fa il punto, seguendo un recente studio della Fed di S. Louis, dei costi e dei benefici dovuti al cosiddetto “China Shock”, l’ingresso della Cina nel WTO.

Ora, se si accetta l’idea che l’ingresso della Cina nel mercato internazionale abbia distrutto posti di lavoro nei paesi avanzati si dovrebbe accettare anche quella, mostrata nello studio, che al tempo stesso l’arrivo della Cina ne abbia creati, e che al tempo stesso la diminuzione dei prezzi – la Grande Deflazione esportata dalla Cina – abbia condotto a un aumento del potere d’acquisto per i consumatori che gli autori del paper, riferendosi al mercato americano, calcolano in 260 dollari annui a persona, permanentemente.

Gli effetti, riporta Sgroi, non si limitano al solo bilancio potere d’acquisto/posti di lavoro:

l’aumentata competizione cinese avrebbe ridotto il tasso di disoccupazione permanentemente di 0,03 punti percentuali grazie soprattutto al ruolo svolto dai beni intermedi (quelli utilizzati nella produzione), che, diminuendo di prezzo, hanno generato un miglioramento dei costi per alcune imprese americane e un aumento dell’occupazione.

 

Immagine di fuzheado via Wikimedia Commons, CC BY 2.0


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.