Sergio Bologna, su Il Manifesto, lancia un appello ai ragazzi che hanno deciso di fare i volontari all’Expo 2015 di Milano:
Mi chiamo SerÂgio. E' un appello quello che vi sto per legÂgere. L'ho scritto io. E' rivolto ai citÂtaÂdini milaÂnesi, a tutti gli itaÂliani ma sopratÂtutto ai gioÂvani. Parla del lavoro graÂtuito per l'Expo di Milano. Un vero schifo, una verÂgoÂgna, in un Paese con più del 40% di disocÂcuÂpaÂzione gioÂvaÂnile e con almeno 4 milioni di preÂcari che vivono in mezzo a mille difficoltà.
Ci proÂmetÂtono per queÂsto evento migliaia di nuovi posti di lavoro ma il 70% è lavoro graÂtuito. Un lavoro a graÂtis non è un lavoro, ma non è nemÂmeno volonÂtaÂriato. I volonÂtari sono perÂsone che sacriÂfiÂcano la loro vita indiÂviÂduale per il bene altrui, per socÂcorÂrere perÂsone e paesi in difÂfiÂcoltà, i volonÂtari sono preÂsenti dove ci sono guerre, epiÂdeÂmie, careÂstie. Fare il volonÂtaÂrio all'Expo signiÂfica solo preÂstare la proÂpria perÂsona graÂtis a una grande opeÂraÂzione di speÂcuÂlaÂzione immoÂbiÂliare, a un proÂgetto che conÂtiÂnua a fare di Milano una città vetrina del nulla, città non più di uomini ma di maniÂchini. Non più di intelÂliÂgenze innoÂvaÂtrici, capaci di creare qualÂcosa per sé, per il Paese, ma di gente che non immaÂgina altro destino se non aspetÂtare i turiÂsti, che lasciano pochi soldi e molti rifiuti.
(nella foto una vista dall’alto dell’Expo 1967 di Montréal).
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