Un articolo di Repubblica parla dei problemi alla produzione agricola nel terzo mondo, dovuti al riscaldamento globale.
L’IFAD (Fondo Internazionale delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Agricolo) stima che, in caso di aumento delle temperature di 2 gradi da qui al 2050, potrebbe verificarsi un consistente calo della produzione agricola fra i piccoli coltivatori di diverse nazioni dell’Africa Orientale e Meridionale.
Per esempio, ipotizzando lo scenario peggiore, entro il 2050 la produzione annua di mais per famiglia nella provincia di Namibe, in Angola, potrebbe diminuire del 77 per cento.
Ciò è particolarmente grave perchè i piccoli agricoltori di quelle nazioni sono i produttori della maggioranza delle derrate alimentari disponibili localmente. In alcune regioni dell’Africa la percentuale della loro produzione sul totale raggiunge l’80%. Nel rapporto vengono avanzate varie proposte per mitigare il fenomeno: la coltivazione di piante che richiedono meno acqua; rafforzare le capacità e le infrastrutture di stoccaggio e di lavorazione dei prodotti; migliorare l’accesso all’irrigazione e la sua gestione.
“Mitigazione e adattamento sono come le due ali di un uccello, non possiamo continuare a volare con un’ala sola – spiega la dottoressa Jyotsna Puri, vicepresidente associato del Dipartimento Strategia e Conoscenze dell’IFAD, che ha elaborato il rapporto – benché gli sforzi rivolti alla mitigazione siano essenziali, non daranno risultati prima di due o tre decenni. Dobbiamo investire, urgentemente, nell’adattamento ai cambiamenti climatici, in modo che i piccoli agricoltori, come quelli considerati in questo studio, possano continuare a produrre le colture su cui fanno affidamento per guadagnarsi da vivere e per alimentare le loro nazioni.”
Un video di ASI TV, il canale YouTube dell’Agenzia Spaziale Italiana, riassume la situazione, citando anche uno studio condotto dalla NASA e pubblicato su Nature Food che analizza l’impatto del cambiamento climatico sull’agricoltura globale.
Mentre soia e riso hanno mostrato un declino in alcune regioni, ma incertezze su scala globale, l’impatto del clima su mais e grano è decisamente più chiaro: per i raccolti di mais la ricerca prevede una diminuzione del 24% entro fine secolo. Concentrandosi questa coltura nei paesi vicini all’equatore, l’aumento delle temperature accrescerà, infatti, lo stress nelle piante causando così raccolti più scarsi.
Immagine da Pixabay.
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