L’articolo “Viaggio in Italia: come siamo e saremo” di Davide Ferrario uscito su Doppiozero riflette sulla riedizione del libro “Viaggio in Italia” di Ghirri e compagni, pubblicato da Quodlibet a 40 anni dalla prima edizione.
Ferrario evidenzia come il libro rappresenti un pezzo di storia di organizzazione culturale italiana, nato sotto l’egida dell’ARCI Media. Le fotografie del libro, pur essendo conosciute, rivelano una sorprendente coerenza di progetto, come se fossero state scattate da un solo fotografo. Ferrario sottolinea anche come il libro abbia anticipato di decenni i cambiamenti del paesaggio italiano, documentando tracce del passato prima che scomparissero.
Ne hai sentito parlare per decenni, l’hai visto citato e l’hai citato tu stesso infinite volte: eppure non l’avevi mai potuto sfogliare. Viaggio in Italia di Ghirri e compagni è stato per anni un’inafferrabile araba fenice. E come un’araba fenice risorge adesso dalle sue ceneri (leggi: riproduzione in facsimile), ripubblicato da Quodlibet a 40 anni dalla prima edizione. Finalmente ce l’hai in mano e lo puoi sfogliare per compiere il tuo personale viaggio nel Viaggio. La prima cosa che colpisce è (re)incontrare un pezzo di storia di organizzazione culturale italiana che avevi dimenticato insieme alla stagione dei cineforum. Leggi che originariamente tutta l’operazione nacque sotto l’egida dell’ARCI Media e di alcune sue emanazioni pugliesi e ti viene nostalgia a pensare a come allora la cultura sapeva costruirsi dal basso perché esistevano queste cinghie di trasmissione che davano forma a idee invece che produrre “eventi”.
Le fotografie sono raggruppate per capitoli tematici, ognuno dei quali potrebbe essere un tema per un libro o un manifesto programmatico. Ferrario conclude che il libro, nonostante descriva un’epoca di disarmonia tra le persone e i luoghi in cui vivono, riesce a trasmettere un senso di benessere e verità.
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