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Tessuti infiammabili

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L’articolo “Fire Tests with Textiles” uscito su The Public Domain Review tratta il tema della pericolosità dei tessuti infiammabili, in particolare della flannelette, un tessuto economico e caldo.

Le ballerine in fiamme affascinavano i vittoriani. Era un’immagine erotica, potente, soggetto di numerose stampe: vergini rugiadose ed eteree lambite dalle fiamme. Ma era anche una cosa reale, in quanto le ballerine vere e proprie prendevano fuoco sul palco e morivano per orribili ustioni. In uno di questi incendi, per esempio, a Filadelfia nel 1861, il tutù di una ballerina prese fuoco, altre si precipitarono ad aiutare e otto ballerine morirono bruciate, davanti al pubblico.

Nel 1910, vennero condotti test per confrontare la infiammabilità della flannelette quando trattata con sostanze ignifughe rispetto al tessuto normale. Questi test furono cruciali per evidenziare i rischi associati ai tessuti infiammabili e portarono a una maggiore consapevolezza e regolamentazione sulla sicurezza dei materiali tessili.

Era incredibilmente comune per una donna morire perché i suoi vestiti prendevano fuoco. Il problema era triplice. In primo luogo, la luce era fornita dalla fiamma. In secondo luogo, le mode erano così voluminose che non potevano essere controllate da vicino. E terzo, il tessuto. Alcuni tessuti – pizzi, reti, garze, tulle, mussola – erano molto più infiammabili di altri. Il numero di vittime aumentò nell’ultimo decennio del XIX secolo quando entrò sul mercato un nuovo tessuto, la flanella. La flannelette era un tessuto povero, un calicò di cotone che era stato trattato su un lato con rulli a lama e spazzole che raschiavano la superficie, sollevando una specie di lanugine di fibra. Era ampiamente utilizzato per indumenti intimi, pigiami e vestiti per bambini.

I test hanno rivelato che la flannelette, quando trattata con sostanze ignifughe, mostrava una resistenza significativamente maggiore al fuoco. Questi risultati hanno evidenziato l’importanza di trattare i tessuti per migliorare la sicurezza e prevenire incendi accidentali.

Public Domain Review pubblica alcune immagini dei test di combustione e descrive il processo usato nelle verifiche:

Le immagini qui sopra documentano solo una piccola parte dei diecimila test di combustione eseguiti alla fine. Il processo è stato rigoroso. Gli esperimenti di Whipp Bros & Tod’s controllavano le condizioni atmosferiche, le taglie dei vestiti, il numero di lavaggi e il tipo specifico di lavaggio, sia in lavatrice che a mano, con specifiche elaborate per ciascuno. (Il processo di lavaggio delle mani, ad esempio, comportava che il tessuto fosse: “risciacquato in acqua fredda, poi lavato e bollito nel sapone all’olio puro di Field e negli alcali di Brunner Mond, quindi risciacquato una volta con acqua tiepida, risciacquato due volte con acqua fredda, centrifugato, asciugato a fuoco moderato, stirato”). L’accensione con candela è stata confrontata con l’accensione con lampada a gas. L’esperimento di base, ripetuto più e più volte, consisteva nel dare fuoco al tessuto, guardarlo bruciare per sessanta secondi e poi documentare la percentuale di distruzione totale.

Le regolamentazioni attuali sui tessuti infiammabili variano a seconda del paese, ma generalmente includono standard rigorosi per garantire la sicurezza. Ecco alcuni punti chiave. Molti paesi hanno norme specifiche che i produttori devono seguire per garantire che i tessuti siano resistenti al fuoco. Ad esempio, negli Stati Uniti, la Consumer Product Safety Commission (CPSC) stabilisce standard per i tessuti utilizzati in abbigliamento e arredamento.

I tessuti devono spesso essere trattati con sostanze ignifughe per ridurre il rischio di incendio. Questi trattamenti devono essere sicuri per l’uso umano e non devono compromettere la qualità del tessuto. I tessuti inoltre devono superare test di infiammabilità specifici per essere considerati sicuri. Questi test valutano quanto rapidamente un tessuto brucia e come si comporta in presenza di una fiamma. Infine i prodotti tessili devono essere etichettati correttamente per informare i consumatori sulla loro resistenza al fuoco e su eventuali trattamenti ignifughi applicati.

In Europa, il Regolamento (UE) n. 1007/2011 stabilisce i requisiti per l’etichettatura e la composizione dei prodotti tessili, inclusi i requisiti di sicurezza relativi alla infiammabilità.

 


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