Su suggerimento di @Mambombuti e @PenPen
Il cervello umano è costituito da cento miliardi di neuroni che comunicano tramite segnali elettrici, la cui produzione e trasmissione avviene secondo meccanismi ben noti. Le tecniche di imaging cerebrale, come la risonanza magnetica funzionale, hanno inoltre ormai permesso di chiarire quali aree – o addirittura quali popolazioni neuronali – sono coinvolte nelle diverse attività cerebrali. Ma come faccia il nostro cervello a sviluppare la capacità di svolgere funzioni cognitive complesse, come ad esempio quelle necessarie per il linguaggio e il ragionamento, rimane argomento ancora in gran parte sconosciuto.
Una parziale risposta a questa domanda arriva da uno studio condotto dall’Università di Sassari in cui i ricercatori hanno sviluppato una rete neurale artificiale, denominata ANNABELL (artificial neural network, ANN), con lo scopo di studiare e comprendere i processi cognitivi coinvolti nelle prime fasi dello sviluppo del linguaggio nei bambini.
Complessivamente, a partire da 1500 frasi di input, ANNABELL, utilizzando due milioni di neuroni artificiali, ha dimostrato di poter imparare in qualche misura il linguaggio umano, rispondendo con un repertorio di circa 500 frasi, comprendenti sostantivi, verbi, aggettivi, pronomi e altri sintagmi.
Loro non sono comunque gli unici a sperimentare in questo senso: vi ricordate la storia delle reti neurali che cercavano pattern nelle immagini a partire da quelli a loro conosciuti, con risultati spesso inquietanti? Questo risultato è forse più ilare: ecco cosa succede se la base di apprendimento che usi sono i romanzi d’amore.
Immagine by Barbara Samuel [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons
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