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«Gioventù meloniana»: i troppi silenzi e le reazioni imbarazzanti all’inchiesta di Fanpage

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In un articolo pubblicato su Valigia Blu, Matteo Pascoletti discute dell’inchiesta di Fanpage sull’ala giovanile di Fratelli d’Italia riflettendo sul rapporto tra media e politica.

Ci sono almeno tre motivi per cui è bene guardare e discutere dell’inchiesta Gioventù meloniana di Fanpage, che vede una giornalista sotto copertura nell’ala giovanile di Fratelli d’Italia, tra richiami al Duce, saluti gladiatori e “Sieg heil”. Dove per discutere intendo ovviamente il merito dell’inchiesta, le sue implicazioni, le opacità e le domande di interesse pubblico che solleva.

Il primo è che chiama direttamente in causa persone che hanno ruoli importanti nel partito guidato da Giorgia Meloni, e non quindi le classiche “mele marce” o i “quattro esagitati”. Tra questi, l’eurodeputato Nicola Procaccini, co-presidente dei Conservatori e dei Riformisti Europei, (ECR) e due parlamentari, Marco Perissa e Paolo Trancassini.

Il secondo, collegato al primo, è che nella cultura politica di Fratelli d’Italia e della sua ala giovanile i richiami espliciti al fascismo e al nazismo appaiono tutto fuorché episodi. Ciò implica che una persona sui diciotto anni che si avvicina a quell’area politica con quel misto di passione, entusiasmo e ingenuità che tutti abbiamo in quella fase della vita, a prescindere dalle motivazioni e dalle idee, è portata a radicalizzarsi. Difatti la giornalista sotto copertura si presenta inizialmente come volontaria che vorrebbe scrivere per Nazione Futura, rivista dell’omonimo think-thank, non certo come un’esagitata “patriota”. Gioventù Nazionale, ricorda Fanpage, solo l’anno scorso ha ricevuto 342mila euro da Fratelli d’Italia.


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