Su suggerimento di @pinaz81 e @Neoviolence
In un post sul suo blog, il commissario Ue al digital single market Andrus Ansip aveva anticipato quel che il Corriere delle Comunicazioni prevedeva per la primavera: la destinazione da parte dell’Europa della frequenza dei 700MHz ai servizi di telecomunicazioni. Questo articolo di Antonello Salerno pubblicato a gennaio è un’analisi dello scenario del futuro prossimo e delle motivazioni che hanno determinato questa scelta da parte dell’Europa.
La frequenza dei 700MHz, che viene oggi utilizzata per trasmettere il segnale delle emittenti televisive sul digitale terrestre, verrà destinata ad una nuova asta agli operatori di telefonia, che nel 2010 hanno speso 3.7 miliardi di euro nell’asta degli 800MHz, per sviluppare il 5G. Le emittenti TV concessionarie chiederanno invece un risarcimento allo Stato, in quanto le loro concessioni sarebbero scadute dopo il 2030.
Ma questa destinazione dei 700MHz avrà ripercussioni anche sugli apparecchi televisivi degli italiani: per ovviare alla riduzione del numero di frequenze disponibili in relazione alle emittenti attuali, verrà utilizzata una nuova tecnologia di trasmissione e compressione del segnale. Gli attuali televisori dovranno quindi essere dotati di un decoder per ricevere il segnale; la questione è tecnica e la spiega in modo dettagliato Aldo Fontanarosa su Repubblica del 4 Aprile.
Immagine di Sam Churchill via Flickr, CC BY 2.0
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