Su suggerimento di @Lowresolution
In un lungo editoriale sul Corriere della Sera, Lorenzo Bini Smaghi (prima in BCE, oggi in Société Genérale) analizza il costante ritardo della nostra economia e si concentra su debolezze strutturali del paese che a suo dire rallentano e azzoppano qualsiasi possibile ripresa: l’atavica bassa produttività generale, un paese che sta invecchiando e che attrae immigrazione di bassa qualità. Non sarebbe dunque l’austerità impostaci dall’Unione Europea, come spesso si sente dire, a farci crescere di meno.
Si tratta di un ritardo accumulato in molti settori, come il basso livello di istruzione dei giovani italiani, le scarse conoscenze linguistiche e nelle materie scientifiche, la formazione professionale limitata, la bassa diffusione di internet e la scarsa conoscenza delle tecnologie informatiche, il tasso limitato di investimenti in ricerca e sviluppo, la dimensione contenuta delle aziende, le barriere relativamente più elevate alla concorrenza nelle professioni e nel mercato dei beni e dei servizi, la corruzione e la mancanza di meritocrazia nelle selezioni di personale. In tutti gli indicatori utilizzati per misurare questi fattori l’Italia si colloca nel gruppo di coda, anche se in alcuni casi si sono registrati dei passi avanti.
Immagine da Pexels
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