Per quasi sei ore, lunedì scorso, Facebook, Messenger, Instagram, Whatsapp, OculusVR sono stati irraggiungibili e inutilizzabili. Come scomparsi improvvisamente dalla Rete. E’ il peggiore disservizio di Facebook dal marzo 2019, quando per 24 ore il social network (ma anche, come avvenuto in questi giorni, Instagram e Whatsapp) risultarono offline per moltissimi utenti. Con la differenza che questa volta l’interruzione sembra essere stata, sebbene più breve, davvero globale.
Facebook ha pubblicato già lunedì notte, dopo essere tornata online, una prima spiegazione di quanto accaduto, tecnicamente piuttosto succinta (ne seguirà un’altra di cui parlo più avanti). Spiegazione che però sembra confermare quello che molti analisti nelle ore precedenti avevano ipotizzato sulla base di vari indicatori: che cioè il down non fosse stato provocato da alcun attacco informatico o intervento esterno bensì da un cambio di configurazione interno. Un errore da parte della stessa Facebook, insomma.
“Riteniamo che la causa principale di questa interruzione sia un errato cambio di configurazione”, ha specificato la comunicazione ufficiale dell’azienda, escludendo danni o ripercussioni sui dati degli utenti. Poi il post va insieme nel tecnico e nel vago. Riporto letteralmente. “I cambi di configurazione sui router backbone che coordinano il traffico di rete tra i nostri data center hanno causato dei problemi che hanno interrotto questa comunicazione. Tale interruzione al traffico di rete ha avuto un effetto a cascata sul modo in cui i nostri data center comunicano, fermando i nostri servizi”.
Sembra che i server di Facebook, a un certo punto, abbiano chiesto al mondo di essere tolti dalle mappe della rete, prova a spiegare The Verge. Quindi c’erano ma nessuno aveva più i loro indirizzi. Altri su Twitter hanno provato a spiegarla così: è come se Facebook avesse abbattuto i cartelli stradali che portano alla sua sede.
O ancora. “E’ come se qualcuno avesse staccato tutti i cavi dai loro data center e li avesse disconnessi da internet”, riassume un post tecnico di Cloudflare, nota società di servizi di rete. Che prosegue descrivendo quello che si è potuto analizzare dall’esterno di Facebook.
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