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L’UFO di Pertinace: monete ufologiche nel Cuneese

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La sezione piemontese del Cicap, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, pubblica un articolo sull’imperatore romano Pertinace e alcune monete con la sua raffigurazione, che hanno risvegliato l’attenzione degli ufologi.

Tra gli imperatori romani, non molti ricordano Publio Elvio Pertinace (126-193), nato ad Alba Pompeia, l’odierna Alba, nelle Langhe cuneesi. Sarà che il suo regno durò pochissimo: appena tre mesi, dal primo gennaio al 28 marzo del 193. Viveva in tempi inquieti, il generale Pertinace: aveva preso il potere dopo l’assassinio di Commodo, e fu a sua volta ucciso in una congiura di pretoriani, che si aspettavano la confisca dei beni e l’imprigionamento dei fiancheggiatori del suo predecessore, atto che il nuovo imperatore non volle portare a termine. Dopo di lui, una guerra civile insanguinò Roma per quattro anni, con imperatori che si alternarono in rapida successione uno di seguito all’altro: il 193 è ricordato nei libri di storia come “l’anno dei cinque imperatori”.

Se Pertinace si è ritagliato uno spazio nella letteratura ufologica, lo si deve soprattutto a Remo Cappelli, numismatico, scrittore e concorrente di “Lascia o Raddoppia”. Alcune monete coniate sotto il breve regno di Pertinace attirarono la sua attenzione, e quella di un popolare scrittore dell’epoca.

Si tratta di un denario d’argento coniato in Siria nel 193, il cui diritto raffigura, com’era usanza, l’imperatore. Sul rovescio, invece, c’è una donna in piedi con la mano piegata ad indicare un oggetto sospeso, una “sfera con delle punte”; intorno a lei, le parole Providentia Deorum Cos II. Secondo Cappelli, quell’oggetto fluttuante era troppo diverso dalle normali rappresentazioni del Sole o della Luna: poteva forse raffigurare un fenomeno celeste anomalo, forse non troppo diverso da quei dischi volanti che, nel 1960, erano sulle pagine di tutti i giornali ormai da tredici anni. […]

Tuttavia, già dopo il primo articolo di Cappelli la cosa aveva attirato l’attenzione di un seguitissimo scrittore, interessato a qualsiasi cosa potesse essere anche lontanamente associabile a un “mistero”: Pier Domenico Colosimo, in arte “Peter Kolosimo” (1922-1984). Nel 1973, Kolosimo, che aveva un talento incredibile nel valorizzare a fini giornalistici argomenti molto diversi, presentò la moneta notata da Cappelli in un elenco di monete dal sapore “extraterrestre”. L’articolo uscì sul n. 9 dell’effimera rivista da lui diretta, Pi Kappa (oggi ricercatissima: esiste un piccolo ma agguerrito nucleo di fans di Kolosimo) e poi in uno dei suoi best seller, Non è terrestre (Sugar, Milano, 1973).

 


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