Il colosso californiano di film e serie tv in streaming Netflix ha chiuso un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate versando 55 milioni e 850 mila euro circa in un’unica tranche: ne parla in un video Matteo Flora con l’ospite tributarista esperto di digitale Valerio Vertua.
L’indagine rappresenta il primo caso, a livello mondiale, nel quale viene ipotizzata l’esistenza di una stabile organizzazione occulta di una società estera operante nella Digital Economy sul territorio dello stato.
L’attività di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria ha ricostruito l’estensione dell’infrastruttura digitale (denominata Content Delivery Network ) con cui Netflix è stata in grado di diffondere il traffico video con “elevatissimi standard qualitativi” e senza latenza.
L’infrastruttura, secondo la magistratura, è stata ritenuta “essenziale e significativa ai fini dello sviluppo del business” dell’impresa sul territorio italiano, poiché ha “garantito l’offerta di un servizio streaming di qualità agli utenti finali, grazie alla prossimità dei server rispetto al mercato di riferimento”.
In particolare, il Content Delivery Network di Netflix era composto da oltre 350 server, utilizzati in via esclusiva da Netflix e installati stabilmente in Italia presso Data Center dei principali operatori di telefonia.
Tale “complessa ed evoluta infrastruttura tecnologica”, come la definisce la procura, ha costituito la base su cui la Guardia di Finanza prima e l’Agenzia delle Entrate dopo hanno individuato presupposti tecnico-giuridici, richiesti dalle norme internazionali e nazionali, per la configurazione di una stabile organizzazione “materiale” di un’azienda estera, ritenuta idonea a produrre reddito d’impresa in territorio italiano.
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