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Lo scandalo sul capo cyber tedesco arriva da lontano

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Uno scandalo politico e di intelligence ad altissimo livello, con al centro la cybersicurezza, sta scuotendo la Germania. È una vicenda complessa con molti punti ancora da chiarire ma ci sono alcuni elementi interessanti che vorrei evidenziare.
La storia – come avrete forse già letto in questi giorni – è la seguente: la ministra dell’Interno tedesca, ​​Nancy Faser, sta valutando se rimuovere Arne Schönbohm, che dal 2016 è il capo dell’Agenzia federale per la sicurezza informatica (la cui sigla più nota è BSI), ovvero, come riassumono i media, il capo della cybersicurezza nel Paese. Schönbohm è sospettato di avere, ancora oggi, una stretta relazione con un’associazione imprenditoriale (che lui stesso aveva fondato dieci anni fa) a sua volta accusata di essere influenzata dall’intelligence russa, in particolare dall’FSB. L’associazione si chiama Consiglio federale per la cybersicurezzà (Cyber-Sicherheitsrat Deutschland e.V.), e a mettere in moto la palla di neve trasformatasi in slavina è stata la recente partecipazione dell’uomo a un importante evento di tale associazione dove avrebbe tenuto anche il discorso principale (Corriere), dando il via a un’inchiesta giornalistica della trasmissione satirica ZDF Magazin Royale.

Ma, come nota Repubblica, “la vicinanza di Schoenbohm al Consiglio dei lobbisti era nota da tempo. E nonostante avesse vietato ai suoi dipendenti dell’Agenzia federale per la sicurezza informatica di avere contatti con l’associazione (…) Schoenbohm si è fatto fotografare di recente alla festa per i dieci anni dell’oscuro club di lobbisti legati al Cremlino. Dettaglio imbarazzante: la sua partecipazione alla festa era stata autorizzata dal ministero dell’Interno”.

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