Palazzo Pallavicini a Bologna ospita fino al 27 luglio una mostra sugli Yokai, il mondo dei mostri del folklore giapponese all’origine dei manga e di celebri cartoni animati. Il sito della Regione Emilia Romagna presenta l’evento e le 200 opere esposte.
Se siete amanti dei manga e dei cartoni animati giapponesi che dalla fine degli anni Settanta del Novecento hanno invaso la Tv dei ragazzi non potete perdere la mostra in corso fino al 23 luglio 2023 a Palazzo Pallavicini a Bologna. E’ un viaggio davvero affascinante nella cultura e nel folklore giapponese del XVIII e XIX secolo con più di 200 opere, tra stampe antiche, abiti, armi tradizionali e armature samurai, una straordinaria collezione di netsuke – piccole sculture usate come fermaglio – che ci introducono nel fantastico mondo dei mostri della tradizione nipponica.
Mostri e spiriti che animano da sempre le leggende giapponesi vengono indicati con la parola “Yokai”:
Le leggende giapponesi, sin dalle origini, quando ancora venivano tramandate oralmente, sono popolate da mostri e spiriti. La parola “yokai” indica complessivamente tutte queste creature, ma anche la sensazione di paura e di stupore di fronte ad un evento straordinario, spiegabile solo presupponendo una presenza non umana. Nel periodo Edo (1603-1868) queste leggende acquistano valore letterario e i mostri che vi compaiono cominciano ad essere raffigurati da artisti famosi, come il maestro Hokusai, e i maestri della scuola Utagawa, tra cui Hiroshige, Kunisada e Kuniyoshi, fino all’ultimo maestro della scuola dell’Ukyo-e, Yoshitoshi. Nelle loro opere ritroviamo i Kodama, spiriti delle piante, gli Omukade (centopiedi giganti e velenosi), gli immensi Kaiju (bestie solitamente provenienti dal mare), gli Oogumo (ragni delle caverne dalle dimensioni di vitelli che prosciugano i dormienti), i Bakeneko (gatti mannari a due code), i Gama (rospi vampiri); o ancora i Bakemono, mostri mutaforma per nascita, all’origine dei Pokemon, le Jorogumo (avvenenti donne cherivelano alle vittime la loro reale natura di enormi ragni), e le Kitsune (sensuali donne volpi); i Tanuki, simpatici tassi trasformisti; i Kappa, esseri acquatici, che importunano le natanti (ne vedrete una riproduzione 3D all’ingresso della mostra); le Ningyo, sirene giapponesi la cui carne profumatissima può donare agli uomini giovinezza o morte atroce; Okiku, fantasma inconsolabile…
Questo mondo fantastico e misterioso è però diventato familiare anche per gli occidentali dalla metà del secolo scorso:
Sentire le loro fantastiche storie, che una voce narrante racconta lungo il percorso espositivo, è scoprire un mondo per noi occidentali ancora avvolto nel mistero, ma che presenta tratti familiari. A partire dagli anni Cinquanta ha ispirato la letteratura e il cinema, i manga, gli anime e i videogiochi, basti pensare a Godzilla, ai Pokemon mutaforma appunto, alle creature create ad arte dal maestro Miyazaki o ai giganti antropofaci di “Attack of Titans”. Fino all’oggi, con la serie di tavole dell’illustratrice Marga “Blackbanshee” Biazzi che reinterpreta in chiave contemporanea un racconto e un mostro della tradizione.
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