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Libereso Guglielmi, il giardiniere di Calvino

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Meer nella sezione Scienza&Tecnologia qualche anno fa tracciava il profilo del botanico Libereso Guglielmi, noto anche per essere stato il giardiniere di Calvino, in un articolo dell’agronoma umbra Elena Macellari, intitolato Il libero giardino di un grande naturalista.

Libereso Guglielmi, che nacque a Bordighera nel 1925, è stato un valente botanico, naturalista, scrittore, disegnatore e autore di articoli e saggi dedicati alla natura e alle piante. Festival Letteratura ne racconta in breve la carriera.
Elena Macellari nel suo articolo su Meer parla anche del suo incontro con Libereso:

Di lui hanno parlato sempre in molti, scrittori, appassionati di natura, botanici e naturalisti, come il “giardiniere di Calvino” poiché la sua vita lunga e avventurosa, nasce a Bordighera nel 1925 e muore nel 2016, lo vide per qualche anno legato alla storia della famiglia di botanici, Evelina Mameli e Mario Calvino, genitori del noto scrittore Italo. Sintetizzare qui la vita di un anarchico, vegetariano di tre generazioni, figlio di un esperantista, per questo il nome Libereso, come spiega Ippolito Pizzetti nella bellissima intervista fattagli molti anni fa, nel libro Libereso il giardiniere di Calvino (Muzzio Editore, 1993), risulterebbe riduttivo e impossibile.

Su Rai Teche invece è possibile seguire un’intervista a Libereso Guglielmi registrata nel maggio del 2002 a cura di Luciano Minerva, nella quale Libereso narra la sua esperienza come giardiniere.

Un’altra intervista è disponibile sulle pagine di Orti di Pace che ha fatto seguito a un incontro, avvenuto nel 2007, tra il giardiniere e i ragazzi della redazione del giornalino:

Libereso è allo stesso tempo figura fuori degli schemi e schema di figure, di quelle che hanno i piedi in un passato profondo ma ci proiettano verso i tempi che verranno. In questo senso dà voce al “contadino eterno” di tutte le nostre campagne e di tutte le campagne: l’arguzia dell’autodidatta si mescola alla saggezza del vecchio, l’eredità libertaria è insieme agli almanacchi e ai lunari, in un continuum di tempo e natura ….
Per altro verso, Libereso appartiene pienamente alla modernità, si è fatto una solida cultura formale (botanica), ha viaggiato, studiato e abitato all’estero (la moglie è inglese), ha visto la guerra e fatto la Resistenza, è stato uno dei primissimi obiettori di coscienza totali, ha avviato aziende proprie, collabora con riviste e tv. Quel che è sempre presente, con forza, è la terra.

La giornalista Laura Guglielmi, pur non avendo alcun legame di parentela col grande naturalista, lo ha incontrato e ha parlato di lui, in particolare in un articolo intitolato Gli acquerelli di Libereso, i fiori e le ricette con le erbe, all’interno del quale è possibile vedere alcuni suoi simpatici disegni:

Viveva a Sanremo, in via Dante Alighieri. Tutto intorno un mondo ostile, fatto di brutti palazzi,
“…un sovrapporsi geometrico di parallelepipedi e poliedri, spigoli e lati di case, di qua e di là, tetti, finestre, muri ciechi per servitù contigue con solo i finestrini smerigliati dei gabinetti uno sopra l’altro…”
per dirla con Italo Calvino. Sì, siamo proprio in uno degli epicentri della “speculazione edilizia“, dove il cemento ha rincorso e sopraffatto la collina, gli ulivi, le specie vegetali, i fiori, le piante da frutto. Sembra di essere nella periferia anonima di una grande città, invece siamo nella cittadina più importante della Riviera dei Fiori.

Concludiamo con un libro dedicato a un incontro tra Libereso Gugliemi e un’altra leggenda del giardinaggio italiano, Ippolito Pizzetti, intitolato Libereso, il giardiniere di Calvino:

Libereso infatti ha avuto due vite. Una immaginaria, come personaggio nel racconto di Italo Calvino Un pomeriggio, Adamo, scritto all’epoca in cui era giardiniere del professor Mario Calvino, padre dello scrittore. L’altra reale, vissuta intensamente come chi rinasce ogni giorno su questa terra che egli considera l’unico paradiso, e durante la quale è diventato un giardiniere noto in Italia e all’estero. La storia di Libereso, espressione di uno spirito vitale e libero, a stento si lascia imbrogliare in una narrazione: come una pianta in perenne primavera “getta” e intreccia sempre nuovi ricordi da cui spuntano, a ogni pagina, curiose e talora affascinanti rivelazioni: sulla storia di questo secolo, attraverso le due guerre e il fascismo, sull’esperantismo, sul professor Calvino, sul giovane Italo. Ma sono soprattutto le idee di Libereso sugli uomini e sulla natura, che ne completano l’incantevole ritratto, a lasciare un senso di profonda simpatia e ammirazione in chi lo incontra per la prima volta.

Wikipedia elenca le opere attraverso le quali scoprire questa figura di naturalista a tutto tondo, così importante e particolare:

  • Libereso, Il giardiniere di Calvino, prefazione di Nico Orengo, Muzzio Editore, 1993;
  • Oltre il giardino: le ricette di Libereso, a cura di Claudio Porchia, ed. Socialmente Bologna, 2008;
  • Mangiare il giardino: la lezione di Libereso, a cura di Claudio Porchia, ed. Socialmente Bologna, 2009;
  • Cucinare il giardino: le ricette di Libereso, a cura di Claudio Porchia, ed. ZEM Vallecrosia, 2012;
  • Ricette per ogni stagione, di Libereso, a cura di Claudio Porchia, ed. ZEM Vallecrosia, 2014;
  • L’Erbario di Libereso, a cura di Claudio Porchia e Pentagora, 2018;
  • Diario di un giardiniere anarchico, a cura di Claudio Porchia, ed. Pentagora, 2019.


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