«Una saga criminale raccontata lunedì 8 aprile (a partire dalle 21.15) su La7 dal programma-inchiesta “100 minuti”, con Corrado Formigli e Alberto Nerazzini.»
Questa l’anticipazione di Fulvio Fiano sull’edizione romana del Corriere, che ripercorre la carriera criminale di Fabrizio Piscitelli all’interno della malavita romana, un mondo spesso sommerso e poco raccontato nei suoi intrecci tra calcio, fascismo, droga e sangue.
Quando il killer lo raggiunge alle spalle e gli spara un colpo di pistola alla nuca, su Fabrizio Piscitelli, seduto su una panchina al parco degli Acquedotti, il pomeriggio del 7 agosto 2019, incombono anche due inchieste che solo per l’anticipo dell’omicidio non si traducono in arresto. Ma che, come quel proiettile, avrebbero avuto l’effetto di squarciare il velo sull’impero criminale messo in piedi da quello che tutti chiamo Diablo, Diabolik, leader degli Irriducibili, la frangia più malfamata della curva laziale, e narcotrafficante.
La sua brama di soldi e potere, l’appoggio degli ultras, manovalanza senza scrupoli negli affari dentro e fuori lo stadio, lo avevano portato in pochi anni a scalare il castello del crimine romano fino ad esserne brutalmente defenestrato, 53enne, ormai a un passo dalla sala del trono. All’apice del suo potere movimentava con la ‘ndrangheta e i narcos sudamericani 250 chili di cocaina e 4.250 di hashish.
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