In un articolo di Sebastiano Taccola su Jacobin Italia si parla della recente e attuale riedizione delle opere di Marx realizzata dal ricercatore Roberto Fineschi, illustrando quali variazioni e quali aspetti del pensiero marxiano sono stati ignorati o mal interpretati nell’opera di Marx, al fine di promuovere una rinnovata forma di indagine sugli studi sul comunismo.
Negli scorsi anni, anche grazie alle celebrazioni del bicentenario della nascita, in Italia (e nel mondo) si è assistito a un intensificarsi delle pubblicazioni su Karl Marx. Testi nuovi e di carattere diverso – divulgativo e scientifico, ammesso che sia possibile fare una distinzione netta tra questi due piani – hanno riportato Marx e il marxismo sugli scaffali delle novità delle nostre librerie e biblioteche. Una simile vitalità ha probabilmente un valore duplice: da un lato, ha rappresentato un’espressione dell’esigenza di un «ritorno a Marx» fortemente avvertita con la crisi economica del 2007-2008; dall’altro lato ha tentato di dare nuovi spunti critici in grado di entrare in sinergia con i fermenti del presente e dare loro nuova forza.
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