Due vicende che parlano di quanto la divisione ideologica presente nell’era di Trump e del woke stia causando conflitti nelle denominazioni americane.
Nella prima vicenda il pastore Keith Mannes, nell’articolo Jesus unlimited: why I transitioned my ordination out of the Christian Reformed Church, parla di come l’infatuazione di molti membri della Christian Reformed Church in North America (CRCNA, calvinisti di tradizione olandese) per Trump e il suo programma abbia portato a una effettiva ostilità verso molti membri e pastori non entusiasti:
Right became commonplace, even in the CRC. Church councils intimidated, manipulated, and persecuted good and decent pastors who dared venture the most careful and reasonable critiques of Trumpism. A church secretary read the emails and letters addressed to a pastor friend who had attempted a gentle word of biblical critique and implored him, “Please—you should step down and leave. I am afraid for your safety.” Elders of CRC churches sent threatening letters to denominational staff. Donald Trump awakened something deeply wrong in the soul of the CRC.
Nella seconda storia, descritta sinteticamente dall’articolo del Financial Times The culture wars dividing America’s most liberal church (dietro paywall), si parla di come i tentativi della dirigenza dell’Unitarian Universalist Association (UUA, denominazione non dottrinale basata sulla libera e consapevole ricerca della verità) di combattere un supposto suprematismo bianco e altri fenomeni discriminatori presenti nell’associazione abbiano provocato un ampio conflitto interno, culminato nell’espulsione del ministro Todd Eklof, colpevole di aver pubblicato un libro critico su queste politiche e di essersi rifiutato di ritrattare.
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