Il Dubbio riprende un lancio di agenzia sul caso di Eluana Englaro, cioè la condanna di Carlo Lucchina, ex dg della Sanità di Regione Lombardia, per danno erariale.
Nuovi risvolti nel caso di Eluana Englaro, sulla cui vicenda bisogna ancora scrivere la parola fine. A distanza di 15 anni dalla sua morte, la Corte dei conti ha condannato in appello l’ex direttore generale della Sanità della Lombardia Carlo Lucchina al pagamento di circa 175mila euro all’Erario per aver impedito l’interruzione del trattamento che manteneva in vita Eluana. Si tratta della cifra che la Regione Lombardia aveva dovuto risarcire a Beppino Englaro, costretto a trasferire sua figlia in una struttura sanitaria a Udine, in Friuli, dove la donna fu alla fine libera di morire il 9 febbraio del 2009, a 39 anni, in seguito all’interruzione della nutrizione artificiale.
Lucchina si schermisce
«Non è stata un’obiezione di coscienza, ma sono state applicate le direttive arrivate anche dell’avvocatura regionale», commenta al Corriere della Sera l’ex dg, che valuterà se ricorrere in Cassazione. «Potevano evitare tutto ciò che hanno combinato, ora si rendono conto, è chiaro che hanno sbagliato e ne devono rispondere», dice all’Ansa Beppino Englaro appresa la notizia. «Loro hanno ostacolato, io ho agito nella legalità – aggiunge – chi ha ostacolato se la vede ora. Sapevo di avere un diritto ed era chiaro che lo ostacolavano, tanto che sono dovuto uscire dalla regione. Ora sono problemi loro, io giustizia me la sono dovuta fare da me, sempre nella legalità e nella società, loro hanno commesso qualcosa che non dovevano commettere. Per me era tutto chiaro anche allora, li ho dovuti ignorare e andare per la mia strada».
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