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11 settembre: come è cambiato il modo in cui il mondo vede gli Stati Uniti?

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History Today in questo articolo approfondisce l’impatto dell’11 settembre sulla percezione degli Stati Uniti attraverso le opinioni di quattro esperti.

Fawaz Gerges (Docente di Relazioni Internazionali alla London School of Economics spiega come, dopo l’attacco, buona parte del mondo mostrò solidarietà. Tuttavia, con la guerra al terrore l’invasione di Afghanistan e Iraq, il disastro strategico alimentò il terrorismo e rovinò l’immagine americana. Gli Stati Uniti, invece di utilizzare il consenso globale per migliorare le relazioni con il mondo arabo, reagirono con un intervento militare che distrusse la loro reputazione. Gerges critica la decisione di avviare una guerra che definisce «di scelta, non di necessità», sottolineando come gli Stati Uniti avrebbero potuto sfruttare la situazione per un cambiamento positivo nei rapporti internazionali, investendo in sviluppo umano e risoluzione dei conflitti regionali. Invece, l’approccio bellicoso portò alla crescita di gruppi estremisti come ISIS e al-Qaeda, minando ulteriormente l’immagine globale degli Stati Uniti.

Tim Stanley (Storico e  columnist per il Daily Telegraph) osserva che, subito dopo l’11 settembre, il mondo vedeva gli USA vulnerabili e suscettibili di cambiamento. Tuttavia, piuttosto che riformarsi, l’America mostrò un atteggiamento ancora più arrogante, con George W. Bush a rappresentare la tipica immagine del «cowboy americano». Le invasioni di Afghanistan e Iraq rievocavano gli errori del Vietnam, e la successiva presidenza di Obama segnò solo un’apparente svolta. Stanley evidenzia la disconnessione tra la percezione esterna degli USA e la loro realtà interna, con un Paese sempre più diviso tra conservatori e liberali.

Minh Bui Jones (Editor per il  Mekong Review) critica il fatto che il Sud-est asiatico sia stato trasformato nella «seconda linea» della guerra al terrore, decisione presa sulla base di un’intelligence scarsa e inaccurata. Descrive l’errata associazione tra terrorismo e Islam nel contesto della sua esperienza in Cambogia, dove la comunità musulmana viveva pacificamente. L’approccio americano, secondo Jones, fu basato su una paranoia che distorceva la realtà, portando a errori strategici simili a quelli visti durante il conflitto in Vietnam.

Elisabeth Leake (professore associato di International History dell’Università di Leedsriflette sugli errori storici commessi dagli USA in Afghanistan. A suo parere, la mancanza di una comprensione storica e culturale della regione da parte degli americani portò a politiche miopi, ripetendo gli stessi errori commessi dai sovietici negli anni ’80. La narrativa americana rappresentava l’Afghanistan come una società tribale arretrata, ignorando la sua complessità sociale e politica. Questo errore continuò fino al ritiro delle truppe statunitensi, lasciando il Paese in una situazione di crisi umanitaria e sull’orlo della guerra civile.

 


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