Su American Mineralogist A. Lima, R.J. Bodnar, B. De Vivo, F.J. Spera e H.E. Belkin (link in fondo) pubblicano un articolo in cui presentano un modello dei Campi Flegrei e suggeriscono un metodo per mitigare il fenomeno del bradisismo, cioè il lento sollevarsi ed abbassarsi del suolo nell’area che ha coinvolto abbandoni di singole abitazioni e paesi non che preoccupazioni per la sismicità prodotta.
Il modello consiste in 2 strati impermeabili sovrapposti, uno a circa 3km di profondità e l’altro a circa 5km, e una camera magmatica posta sotto di essi che libera fluidi caldi in risalita. I fluidi sarebbero bloccati dallo strato profondo, provocando un primo lieve innalzamento del suolo finché non si formano delle fratture che permettono di superarlo. A questo punto si accumulerebbero sotto lo strato impermeabile meno profondo provocando un innalzamento del suolo più marcato. Anche qui alla fine la fratturazione dello strato permetterebbe la liberazione dei fluidi per cui il terreno inizierebbe ad abbassarsi finché le fratture di entrambi gli strati si chiudono riiniziando il ciclo.
L’idea sarebbe quella di produrre delle vie artificiali mediante trivellazione in modo da evitare l’accumulo dei fluidi in pressione. In questo modo si mitigherebbe sia il bradisismo che la sismicità.
Su Quale Energia c’è una intervista ad Annamaria Lima, prima autrice dell’articolo mentre sul Corriere del Mezzogiorno del gruppo Corriere della Sera c’è un’intervista a Benedetto de Vivo, altro autore dell’articolo. Una breve intervista con un altro autore, Bodnar, si trova qui. Se ne parla anche su altri siti fra cui Internapoli.it.
Il bradisismo dei Campi Flegrei e la soluzione dell’energia geotermica
Le trivellazioni nell’area sono state da decenni un tema controverso. Gli autori difendono la proposta sostenendo che trivellazioni furono fatte dall’Agip negli anni 70 per scopi geotermici, alcuni oltre i 3000m di profondità, senza alcuna conseguenza. Non ebbero seguito perché l’acqua trovata, a 390°, era troppo salata per le tecnologie dell’epoca. Non lo sarebbe per quelle attuali anche se sembra che la proposta non riguardi il successivo sfruttamento geotermico dei fluidi captati.
Se il modello è corretto il bradisismo avrebbe una spiegazione che non coinvolgerebbe un magma in movimento e quindi un rischio di eruzione imminente.
C’è chi è contrario a questa proposta come il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo dice qui e qui..
L’articolo originale è qui The “breathing” Earth (la terra che respira) at Solfatara-Pisciarelli (Campi Flegrei, southern Italy) during 2005-2024: Nature’s way of attenuating the effects of bradyseism through gradual and episodic release of subsurface pressure, sfortunatamente è a pagamento. Ma la bozza finale dell’articolo è disponibile qui. La differenza con quello pubblicato dovrebbe essere minima, a parte la disposizione di figure e testo per seguire lo stile della rivista.
Peerò uno recente studio INGV sostiene invece che il bradisismo sia collegato a movimenti di magma e non di fluidi. Ne parla Geopop qui.
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