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Ucraina, Medio Oriente e Cina: l’impatto della vittoria di Trump

Ucraina, Medio Oriente e Cina: l’impatto della vittoria di Trump

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Su The Conversation, Stefan Wolff (professore di Sicurezza internazionale all’Università di Birmingham) stende qualche ipotesi sulla politica estera statunitense nel prossimo quadriennio.

Alcune conclusioni di Wolff non sono novità, ma la sovrapposizione di interessi diversi potebbe portare a scenari inediti.

Per esemip Netanyahu si sentirà imbaldanzito dalla vittoria di Trump, e allo stesso modo lo sarà Putin, ma la posizione peculiare dell’Iran (alleato della Russia, nemico di Israele) porterà Trump a dover fare delle scelte

L’elezione di Trump incoraggerà Netanyahu ad agire. E questo a sua volta rafforzerebbe la posizione di Trump nei confronti di Putin, che è arrivato a dipendere dal sostegno iraniano per la sua guerra in Ucraina. Trump potrebbe offrire di trattenere Netanyahu in futuro come merce di scambio con Putin nella sua scommessa di ottenere un accordo sull’Ucraina.

Anche rispetto alla Cina e all’Estremo Oriente la situazione presenta delle difficoltà:

Proprio come nelle relazioni con gli alleati europei nella Nato, un serio punto interrogativo incombe sull’impegno di Trump per la difesa di Taiwan e di altri alleati del trattato in Asia, tra cui le Filippine, la Corea del Sud e potenzialmente il Giappone. Trump è tutt’al più tiepido sulle garanzie di sicurezza degli Stati Uniti.

Ma come ha dimostrato il suo rapporto ondivago con la Corea del Nord durante il suo primo mandato, Trump è a volte disposto a spingersi pericolosamente vicino alla guerra. Ciò è avvenuto nel 2017 in risposta a un test nordcoreano di missili balistici intercontinentali.

 


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